Il prodotto interno lordo italiano avrà la performance peggiore nell’Eurozona e nei 27 paesi dell’Ue e, dice la commissione, «il gap già negativo con la media dell’Eurozona, si allargherà ulteriormente». L’economia del nostro Paese crescerà dello 0,5% nel 2008 e dello 0,8% nel 2009, nettamente al di sotto del potenziale che è dell’1,6% circa.
Rapporto Ue – Lo dice la Commissione Ue nel rapporto di primavera che ha visto al ribasso di quasi un punto percentuale la stima per il 2008 che era di +1,4% nel rapporto autunnale e ha dimezzato quella per il 2009 (da +1,6% in autunno). Il rapporto deficit Pil nel 2007 «per la prima volta dal 2002 è sceso sotto la soglia del 3%», attestandosi all’1,9%. Ma nel 2008 e nel 2009 risalirà rispettivamente al 2,3% e al 2,4% – sostiene a la Commissione Ue – «il peggioramento è dovuto a spese aggiuntive e a tagli fiscali» e «riflette una crescita più bassa del Pil». Inoltre – spiega Bruxelles – anche «le maggiori entrate fiscali sono attese esaurirsi progressivamente per l’impatto ritardato del rallentamento dell’economia».
Peggiora il deficit – «Sia il deficit che l’avanzo primario – spiega la Commissione Ue – sono previsti peggiorare» nel 2008. Bruxelles redarguisce l’Italia sul «posticipo al 2008 dell’impatto di alcuni nuovi trasferimenti sociali, investimenti e tagli dell’Irap originariamente pianificati nel 2007». Inoltre, «gli sviluppi positivi registrati sul fronte delle casse dello Stato nei primi tre mesi del 2008 riflettono ancora le entrate maggiori delle attese, combinate con un controllo delle esecuzioni di spesa. Ma le maggiori entrate si esauriranno progressivamente sotto l’impatto ritardato del rallentamento dell’economia e la scomparsa di alcuni fattori temporanei». «Sono poi attese alcune sentenze – ricorda la Commissione Ue – che riguardano in particolare la non deducibilità dell’Irap. E ancora, il risultato di alcuni cambiamenti sostanziali nella tassazione societaria introdotti dalla Finanziaria 2008 è caratterizzato da una considerevole incertezza». Il deficit porebbe risalire nel 2009 al 2,4%. Questo incremento, spiegano i portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia (nella foto), è dovuto a un ribasso delle tasse sul reddito di impresa, così come dal risultato sia di misure discrezionali sia del negativo ciclo economico. «La spesa resterà ampiamente stabile – prosegue la Commissione Ue – con un aumento netto delle remunerazioni nel 2008 che non si ripeterà».
Inflazione al 3% – E anche l’inflazione sarà elevata: si stabilizzerà in Italia per il 2008 al 3% di media. L’inflazione in Eurolandia si attesterà invece nel 2008 al 3,2%. Mentre nel 2009 scenderà al 2,2%. Per questo motivo la Commisione Ue invita tutti i governi ad «evitare l’innescarsi di spirali inflazionistiche che colpirebbero particolarmente le famiglie a basso reddito». Nell’Ue dei Ventisette l’inflazione si attesterà quest’anno al 3,6% e il prossimo al 2,4%. Sotto accusa «i crescenti prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari». Tra i problemi dell’economia italiana, la Commissione evidenzia «la persistente sfida per la produttività», con la produttività del lavoro destinata ad aumentare solo dello 0,2% nel 2008 e nel 2009. Il decremento della crescita dipende da tutte le componenti della domanda. La crisi economica rischia di avere ripercussioni soprattutto sulle famiglie a basso redditto.