Alitalia ha convocato i sindacati per martedì 15 alle ore 15:00. L’incontro, inizialmente previsto per oggi e poi rinviato, ha per oggetto una valutazione della situazione aziendale. Ieri le nove sigle avevano espresso «disappunto e sconcerto» per il rinvio dell’incontro.

Ieri il consiglio di amministrazione di Alitalia si è riunito per considerare la situazione finanziaria della società, e «le disponibilità e i crediti finanziari a breve termine, sulla base delle prime evidenze gestionali, risultano pari a 170 milioni di euro». Un dato che comprende «il corrispettivo di 79 milioni di euro incassato per la cessione delle azioni Air France-Klm in portafoglio e non tengono conto del credito verso l’erario di 69 milioni di euro incassato il 2 aprile scorso».
Difficile dire quanto potrà andare avanti la compagnia italiana con questi fondi, ed è per questo che viene chiesto «di perseguire, nel brevissimo termine, iniziative per ricomporre – con la dovuta tempestività – un quadro favorevole di continuità aziendale sul quale ha interferito l’interruzione delle trattative sindacali del 2 aprile scorso».
È chiaro quindi che alla Magliana si voglia chiudere la cessione ad Air France. Infatti, si legge ancora nella nota del cda che «la compagnia ha necessità di un consistente apporto finanziario, così come, peraltro, già preventivato nel Budget del corrente esercizio e nel contratto concluso con Air France-Klm, e che solo attraverso un siffatto apporto potrebbero rinvenirsi i necessari elementi di confidenza nella perseguibilità del Piano Industriale della Società e la conseguente conferma della continuità aziendale».
Il consiglio di amministrazione, inoltre «ha preso favorevolmente atto del comunicato stampa diramato da Air France-Klm al termine della riunione del board di ieri e della convocazione per il prossimo 10 aprile, da parte del Governo, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di Categoria».



Un’ulteriore spinta a chiudere la trattativa con i francesi arriva da Bruxelles. Il Commissario europei ai Trasporti, Jacques Barrot, ha infatti ricordato che il futuro di Alitalia non dovrà più passare, in nessun caso, dalla scorciatoia degli aiuti pubblici: «Alitalia, avendo già beneficiato di aiuti pubblici, non può riceverne altri fino al 2011». Nessuna possibilità quindi di un prestito ponte dello Stato che possa favorire l’arrivo di una cordata italiana.



Dal canto suo, Silvio Berlusconi, continua ad auspicare che «la dissennata trattativa con Air France, che dura da sei mesi, senza che si sia pensato di togliere il titolo dalla Borsa, e cioè un atto di incompetenza totale, finisca. E allora si faranno avanti gli imprenditori italiani che non saranno pochi, saranno tantissimi».

Sempre ieri, si è riunito in Lombardia il tavolo istituzionale con enti locali, associazioni di categoria e sindacati per trovare un accordo sulla gestione delle risorse stanziate dallo Stato: per il 2008 40 milioni per gli ammortizzatori sociali e 40 milioni per le infrastrutture di accesso all’aeroporto di Malpensa. Ma viene lanciato l’allarme: i fondi per gli ammortizzatori sociali per chi lavora nell’indotto di Malpensa non bastano e ne servirebbero almeno quattro volte di più. «Bisogna chiedere al prossimo governo di aumentare la dotazione – ha spiegato l’assessore al Lavoro della Regione Gianni Rossoni -. La stima è di oltre 7.000 esuberi quindi per due anni occorrono 290 milioni di euro senza contare atipici e precari di cui vorremmo farci carico».
Il governatore, Roberto Formigoni, è sicuro che proprio «dal prossimo governo potrà essere risolto il problema Alitalia e anche il problema Malpensa».



(Foto: Imagoeconomica)