Per Bernhard Scholz, dal 4 aprile nuovo presidente della Compagnia delle opere, la sussidiarietà non è un concetto acquisito, ma una forma mentale. Per lui non c`è altro modo di affrontare e risolvere i problemi, di qualsiasi natura, se non partendo dai bisogni delle persone e delle organizzazioni per trovare soluzioni condivise da chi dovrà portarle avanti.
Tedesco di Mülheim, sposato con un`italiana, consulente d`impresa, Scholz è nel nostro Paese da otto anni e finora non aveva mai ricoperto nessun ruolo nella Cdo. La sua nomina alla carica occupata fino a due mesi fa da Raffaello Vignali, eletto alla Camera per il Popolo della libertà, è stata una sorpresa anche per chi conosce bene l`associazione imprenditoriale fondata nel 1986 da Giorgio Vittadini su suggerimento di monsignor Luigi Giussani. Scholz ha lavorato per cinque anni alla Scuola d`impresa della Fondazione per la sussidiarietà e continuerà a farlo. «Ho fatto oltre cento seminari e ho incontrato 2.500 imprenditori associati» dice a Economy. «Mi pare un buon punto per cominciare».



Quindi da dove inizierà?

Fino all`estate studierò, cercherò di capire i meccanismi interni. Ma ho già tre obiettivi in testa: e mi preme in maniera particolare la questione del capitale umano, della formazione.

Non è una novità, per la Cdo.

Sì, è una questione che hanno portato avanti sia Vittadini sia Vignali; ma bisogna insistere perché è fondamentale nello sviluppo delle imprese. E chi le governa deve avere come primo obiettivo quello di trasformare i dipendenti da esecutori a collaboratori.

Sul piano organizzativo è quasi una rivoluzione, non crede?



Nelle imprese, specie in quelle piccole, non è possibile imporre modelli organizzativi validi per tutti. Le soluzioni devono essere trovate insieme alle persone coinvolte e partendo dai bisogni.

Insomma, la sussidiarietà declinata nell`economia aziendale…

La sussidiarietà responsabilizza le persone, le pone al centro delle attività. Sono da sempre straconvinto che risolva il bisogno dell`uomo di contribuire al bene comune. Ognuno, anche nelle organizzazioni aziendali, può dare un contributo importante: basta dargliene la possíbílità.
Perché ogni persona desidera fare qualcosa di utile.

In concreto, cosa pensa di fare?



Sto pensando a un corso per insegnare agli imprenditori a formare i collaboratori all`interno dell`azienda, dando un approccio nuovo.

Oltre alla formazione, invece?

È importante creare una «rete» tra le imprese associate, mettersi insieme per superare il problema delle ridotte dimensioni che limitano la possibilità di competere.

In che modo?

Non c`è un metodo, né una formula. La struttura della «rete» deve nascere dalle imprese che hanno questa necessità. Non è detto che quello che va bene a un`azienda funzioni anche per un`altra.

E il suo terzo obiettivo?

I giovani. Bisogna aiutarli a trovare lavoro, incoraggiarli e sostenerli. Devono fare esperienza, fare crescere l`autonomia.

Ancora formazione, dunque?

Uno dei punti fermi deve essere l`educazione continua delle persone attraverso il lavoro. Perché le aziende non devono essere solo un modo per fare soldi. C`è l`aspetto umano da salvaguardare.

E all`interno della Cdo che farà?

Non ci saranno grandi cambiamenti. Prima dovrò assimilare bene i meccanismi organizzativi interni. Poi utilizzerò gli strumenti che già abbiamo per raggiungere gli obiettivi di cui ho parlato.

In che modo?

La Cdo è una associazione tra imprenditori, non di imprenditori. Quindi vorrei che si ponesse più attenzione alle sedi locali. Vorrei che diventassero luoghi di incontro, che gli associati fossero messi in contatto tra di loro per conoscersi, per confrontare le esperienze. E fare in modo che la Cdo anche a livello locale sia più condivisa, più operativa.

E per quanto riguarda i servizi alle imprese?

Ce ne sono alcuni da migliorare, specie quelli finanziari: perché le imprese, soprattutto quelle piccole, hanno problemi di sottocapitalizzazione. Poi ci sono le convenzioni che devono essere sempre più funzionali ai bisogni delle aziende.

Alla politica cosa chiedete?

Chiederemo di applicare il concetto di sussidiarietà in tutti i settori, a cominciare dagli assegni per le scuole private che svolgono un servizio equivalente a quelle pubbliche. E chiediamo una diminuzione delle imposte e una riduzione della burocrazia.

II nuovo governo lo ha promesso…

E noi speriamo mantenga le promesse. Sarebbe importante.
(Intervista realizzata da Franco Oppedisano)