Sul tavolo del Consiglio dei ministri ci sarà un’agenda molto ricca, che prevede il varo di un intervento triennale per circa 34 miliardi di euro, dall’anno prossimo al 2011. Lo scopo è di riportare i conti italiani al pareggio.
In particolare, la manovra avrà un impatto di 13,1 miliardi nel 2009, e per il 2008 è previsto un decreto di circa 2,5 miliardi per riportare il deficit al 2,4%. Inoltre, all’ordine del giorno anche il Dpef e diversi provvedimenti di delega.
Qui di seguito, per grandi aree di intervento, le misure all’esame del Governo.



Tagli: dai ministeri agli enti locali
Le prime cifre diffuse indicano che la maggior parte dei risparmi verranno dalle autonomie locali per un ammontare di 3,4 miliardi solo per l’anno prossimo. Un altro miliardo verrebbe tagliato alla sanità. L’ipotesi è di chiudere le comunità montane e di eliminare le province nelle aree metropolitane; inoltre, vi sarebbe una serie di interventi a carico delle società a partecipazione pubblica e tagli anche ai ministeri e al pubblico impiego.

Redditi bassi e caro-petrolio
Molti interventi sono previsti a favore dei redditi bassi, con un nuovo piano di edilizia popolare, per esempio, o la riduzione automatica delle accise per sterilizzare gli aumenti della benzina. Misure sono previste anche in favore di settori particolarmente colpiti dal caro-petrolio, come la pesca e l’agricoltura. L’applicazione della cosiddetta “Robin Hood Tax” su petrolieri, banche e assicurazioni (dovrebbe fruttare circa 2/3 miliardi) servirà a finanziare la perequazione sociale. Più poteri anche a “ Mr. Prezzi”.



Nucleare
Il governo punta a definire entro fine anno i criteri – anche sotto il profilo geologico, morfologico, sismico – per l’individuazione dei luoghi idonei. Lo strumento dovrebbe essere la legge delega, attraverso cui il governo sancirà il ritorno dell’Italia al nucleare con la possibilità di aprire nuove centrali.
Nelle località in cui sorgeranno gli impianti, saranno riconosciuti sgravi in bolletta a famiglie e imprese.

Privatizzazioni, liberalizzazioni, semplificazioni
I principali interventi dovrebbero riguardare la SACE, la società di navigazione Tirrenia, e le aziende di servizi pubblici locali, che verrebbero affidate tramite gare pubbliche a società private o miste. Altre azioni ipotizzate riguarderebbero le reti delle farmacie e della vendita di carburanti. Il governo punta anche a ricavare 4 miliardi dalla vendita delle caserme dimesse.
Infine, la validità della carta di identità dovrebbe passare a 10 anni



Lavoro, imprese, pensioni
Innanzitutto, verrebbe eliminato il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e assegno della pensione. Per semplificare la vita delle imprese è previsto il “libro unico” del lavoro e verranno anche aboliti il libro clienti-fornitori e la tassa sulla bilance; inoltre, dovrebbe partire anche il progetto “aprire un’impresa in un’ora”. Altre novità riguarderebbero l’abrogazione per decreto della legge varata lo scorso anno per combattere il fenomeno delle dimissioni in bianco e verrebbe reintrodotto il contratto di lavoro a chiamata, o lavoro intermittente, previsto dalla legge Biagi.

Sanità: sempre più su internet
Il progetto avrebbe durata quadriennale partendo dal 2009 e arrivando a regime nel 2012 e prevede che le ricette dei medici del servizio sanitario nazionale possano essere fornite solo online. La ratio della norma è di potenziare il monitoraggio della spesa pubblica e misurare l’adeguatezza delle cure prescritte. Altre misure ipotizzate sono la possibilità di acquistare medicine in farmacia con la sola tessera sanitaria o la ricetta informatizzata periodica per i malati cronici.
I risparmi stimati a seguito di queste misure, una volta a regime, sarebbero pari al 10% della spesa farmaceutica (l’anno scorso di poco inferiore ai 15 miliardi).
Parallelamente, verrebbe avviato un “tavolo permanente” per l’armonizzazione delle politiche della sanità elettronica con lo scopo, tra l’altro, della realizzazione del “fascicolo sanitario elettronico del cittadino”.

Stop alla riforma Visco e alla pubblicazione dei redditi
Salta il grosso della riforma Visco, compresa la tracciabilità dei pagamenti che doveva scattare dal prossimo primo luglio. Arriva anche la maximulta (fino a 90.000 euro) per chi pubblica in qualunque modo i redditi, come successo di recente.

Giustizia: processi più cari, tribunali meno affollati
Si ipotizza di aumentare il contributo per l’iscrizione al ruolo dai processi di secondo grado in su. L’effetto sarebbe ingolfare meno i tribunali e reperire risorse per la Giustizia.