Nonostante il prezzo del petrolio sui mercati continui ad aumentare, il mondo politico ed economico sembra mostrare un certo ottimismo, soprattutto dopo la decisione dell’Arabia Saudita di aumentare la produzione giornaliera di 200.000 barili e dopo il summit di Gedda (sempre in Arabia Saudita) tra paesi produttori e consumatori, che sembra rilanciare la possibilità di un ritorno alla “normalità” del prezzo del greggio.



Dagli Usa fanno sapere di aver accolto con favore la decisione del governo dell’Arabia Saudita: «Staremo ora a vedere, ma ogni aumento della produzione è il benvenuto», ha detto il portavoce della Casa Bianca Dana Perino.
Perino ha ribadito che, per la Casa Bianca, le leggi interne che regolano la domanda e l’offerta sono responsabili del rally dei prezzi dell’energia e che le speculazioni non possono che aggiungere incertezza sull’andamento dei prezzi. «Nella situazione difficile in cui ci troviamo, la questione fondamentale resta comunque quella della domanda e dell’offerta», ha detto Perino.



Per il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il dato positivo della riunione di ieri a Gedda (Arabia Saudita) tra i Paesi produttori e quelli consumatori di petrolio «è che è stato unanimemente richiesto un aumento della produzione di petrolio per sconfiggere la speculazione e quindi, nel tempo, riportare il petrolio a un costo normale e non sbilanciato e alto come adesso».
Secondo Scajola, in definitiva, quella di Gedda è stata una «pietra miliare molto significativa» per la riduzione del costo del petrolio che l’Italia sta accompagnando con politiche di riduzione del costo industriale dei carburanti ottenuta, tra l’altro, con una maggiore liberalizzazione della distribuzione.

Anche Emma Marcegaglia esprime soddisfazione per l’annuncio dell’Arabia Saudita, ma chiede che vengano studiati «alcuni elementi per ridurre il livello della speculazione, che ancora una volta sta avendo un impatto devastante sulla nostra economia, sulle imprese e sui cittadini».
(Foto: Imagoeconomica)

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