A un anno esatto dall’ultima variazione, la Banca centrale europea, a seguito della riunione del Consiglio direttivo a Francoforte, ha comunicato una decisione ampiamente attesa dagli analisti: il costo del denaro è rimasto fermo al 4% e l’inflazione ha mostrato una ripresa a partire da maggio al 3,6% su base annua. Il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento resta così al 4%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale rimarranno, rispettivamente, al 5% e al 3%.
Da mesi la Bce ha adottato una linea della fermezza contro il caro vita. Esplosa la crisi dei mercati mondiali, invece di procedere a tagli espansivi – come fatto dalla Fed americana e dalla Banca d’Inghilterra – l’Eurotower ha inchiodato i tassi al 4%. Un livello raggiunto il 13 giugno del 2007, al termine di una manovra restrittiva che aveva visto progressive strette in parallelo alla ripresa dell’economia e all’acuirsi delle pressioni inflazionistiche esterne. Una situazione peggiorata dalla combinazione del caro petrolio – che lo scorso 22 maggio ha stabilito un massimo storico a 135,09 dollari al barile – con l’aumento degli alimentari.
La Bce ha poi avvertito che a luglio potrebbe effettuare un ridotto aumento dei tassi: «Ne abbiamo – ha detto Trichet – discusso a lungo, non è sicuro ma è possibile».
Nell’editoriale di una edizione speciale del bollettino mensile, Jean-Claude Trichet, il presidente della BCE, ha ribadito che «la stabilità dei prezzi è essenziale», sia per garantire una crescita economica e occupazionale sostenibili, sia per proteggere i redditi di tutti i cittadini. Tuttavia «i rischi sui prezzi sono ulteriormente aumentati» e l’inflazione «resterà su livelli elevati più a lungo rispetto a quanto precedentemente previsto» ha affermato Trichet, nel corso della conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio direttivo. Per il caro vita sono inoltre confermati anche i rischi a più lungo termine. Mentre le precedenti stime, risalenti a marzo, davano un 2,6-3,2% per il 2008 e un 1,5-2,7% per il 2009, i tecnici della Bce hanno nettamente rivisto al rialzo le loro previsioni: sulla media del 2008 si attesterà tra il 3,2 e il 3,6%, nel 2009 tra l’1,8 e il 3%.