Il mercato immobiliare italiano sta attraversando “una fase di affaticamento”. A fare il quadro dell’andamento del settore del mattone è Nomisma: il secondo rapporto sul Mercato Immobiliare rivela che il volume di compravendite di immobili in costante calo è confermato anche nel primo semestre 2008 (-4,6% sul 2007, pari a 40 mila unita’), i tempi medi di vendita sono in allungamento (attorno ai 6 mesi) e i prezzi crescono di appena l’1,1% al netto dell’inflazione, del 2,1% in sede nominale.
Gli italiani comprano meno case – Gli italiani sono sempre meno propensi all’acquisto come dimostra lo studio presentato ieri: nel 2007 ci sono state 40 mila compravendite di abitazioni in meno rispetto al 2006 (-4,6%) e un decremento dell’1,2% dell’erogazione dei mutui. Pochissime le famiglie italiane che hanno intenzione di comprare un’abitazione nei prossimi dodici mesi: 1,8% contro il 7% dell’inizio del decennio.Diminuiscono i mutui accesi, si riduce il numero di acquisti: risente dunque della situazione di crisi e dell’allarme inflazione.
Stabili i costi degli appartamenti – Nell’immediato futuro i costi degli appartamenti (per la prima volta in quattro città come Milano, Bologna, Firenze e Venezia i prezzi reali delle case diminuiscono tra lo 0,5% e l’1% rispetto al 2007) rimarranno stabili, anche se non è da escludere, nella seconda metà dell’anno, una flessione dei prezzi». Luca Dondi, analista mercato immobiliare Nomisma Real Estate spiega: «potrebbero diminuire dal 3 al 5% per le periferie delle grandi città come Roma, Bologna e Milano». Situazione stabile invece nei centri delle metropoli, dove le quotazioni rimarranno uguali. Le forti flessioni di vendita degli immobili nel 2007, secondo l’osservatorio, continueranno a essere registrate anche nel corso di quest’anno.
Titoli immobiliari – Negli ultimi dodici mesi hanno perso, secondo Nomisma, il 58,1% portando la capitalizzazione delle società del settore quotate in Borsa sotto i 4 miliardi.
Mercato “ingessato” – Un mercato definito con questo aggettivo dall’osservatorio economico bolognese, che per il 2008 prevede una riduzione di compravendite di 80 mila unità (-10%). La situazione abitativa torna così ai tempi del 2002, quando il costo dei mutui si attestava sulla misura odierna. E il valore totale delle case vendute, che nel 2007 è stato pari 123 miliardi di euro, nel 2008 dovrebbe attestarsi attorno ai 110 miliardi (-10,5%). Nelle grandi aree urbane la riduzione delle compravendite ha toccato quota 9,3%.
Nessun tracollo per l’Italia – La frenata italiana è meno importante rispetto a quella americana e spagnola: le situazioni di insolvenza, stanti le politiche delle banche e delle famiglie, fanno sì che il fenomeno sia sotto controllo. Tant’è che su cinque milioni di famiglie alle prese con un mutuo, secondo l’osservatorio «solo il 2% è in difficoltà nei pagamenti delle rate».