Se i leader americani a livello nazionale sono stati molto attenti a evitare la parola recessione, Tom Stinson, economista dello stato del Minnesota, è stato decisamente più franco. Nello scorso gennaio, dopo la perdita nei precedenti sei mesi di 23.000 posti di lavoro nel Minnesota, dichiarò: «non credo sia affatto scorretto definire questa come una recessione». Da allora la situazione è peggiorata e i dati a luglio segnalano altri 17.000 nuovi disoccupati. Nel frattempo, i prezzi al consumo sono aumentati del 5% rispetto al luglio scorso, il più alto incremento dal 1991. La crisi dei mutui subprime ha quindi colpito duramente questo stato e, nel 2008, si prevedono 28.000 pignoramenti per mancato rimborso del mutuo rispetto ai 6.406 del 2005. Comunque, tra il 2005 e il 2007, è stata pignorata una casa su 54.



A Duluth, situata nell’angolo sud occidentale del Lago Superiore, con circa 87.000 abitanti, le cattive notizie economiche si susseguono. Questa città portuale fa parte di una contea che ha uno dei più alti tassi di pignoramento del Minnesota e il tasso di disoccupazione a Duluth è del 6,1%, cioè ha praticamente raggiunto quello nazionale. Cirrus, un costruttore locale di aeroplani, ha annunciato la scorsa settimana la perdita di 100 posti, l’8% della sua forza lavoro, mentre il mese scorso era stato il sindaco ad annunciare il licenziamento di 169 impiegati comunali, con la chiusura di due delle tre biblioteche e degli impianti balneari. Il comune sta tentando di tenere sotto controllo un deficit di parecchi milioni di dollari attraverso tagli di bilancio e la vendita di terreni di valore nella zona del Park Point, dove vi è anche un importante habitat di uccelli migratori.



Duluth ha conosciuto cicli alterni fin dai suoi inizi come avamposto del commercio di pellicce a metà del 1600. La scoperta nella regione di giacimenti di materiali ferrosi e di quarzo la fece diventare a metà ‘800 un importante punto di scambio, terminale di linee ferroviarie e di navigazione, cui si aggiunsero alla fine del secolo, dopo un crollo della Borsa, industrie agricole e del legname. Duluth, definita dal quotidiano locale” lo zenit dei mari non salati”, all’inizio del ventesimo secolo vantava più milionari, rispetto alla popolazione, che qualsiasi altra città nel mondo.



Nella recessione degli anni ’70, la crisi dell’industria automobilistica si ripercosse per tutta la “rust belt”, la cintura della ruggine, cioè la regione la cui economia dipendeva dall’industria mineraria e che si estende da Duluth attraverso l’area attorno al Lago Erie fino agli Appalachi. Subito dopo, la Air Force spostò altrove la sua base di Duluth, la scuola superiore cattolica della città chiuse per non riaprire mai più e in molte famiglie, che fin allora erano vissute sul solo stipendio del marito, anche le donne dovettero andare a lavorare fuori casa per tirare avanti.

Mentre le città gemelle di Minneapolis e St. Paul sono riuscite a tornare prospere negli ultimi decenni, Duluth non ha mai recuperato da quella recessione. L’industria mineraria e quella del legname sono diventate sempre meno importanti e ora l’industria principale è la sanità, con un abitante su sette che lavora negli ospedali locali, che servono un’ampia zona rurale. Un’altra industria rilevante è il turismo, peraltro molto sensibile alle oscillazioni dell’economia, che offre lavori part-time e con bassi salari.

La recessione è un fenomeno locale. Il presidente Harry S. Truman diede una definizione di crisi economica diventata poi famosa: “È recessione quando il tuo vicino perde il suo lavoro, è depressione quando tu perdi il tuo.”