C’è ottimismo in casa Alitalia. E il motivo starebbe nei dati del terzo trimestre: il risultato operativo della compagnia è stato nel periodo di riferimento per la prima volta in nero per 15 milioni. Questo ha permesso di contenere la perdita operativa, che nei primi nove mesi dell’anno è ancora rilevante, ma che ora si attesta sui 258 milioni, rispetto ai 273 milioni del primo semestre. Dati positivi vengono anche dal load factor – il livello di riempimento degli aerei – dove si conferma il trendo in crescita: 74 per cento nel terzo trimestre, dopo il 65 per cento nel secondo e il 51 per cento nel primo trimestre.
“Le sfide che abbiamo davanti sono ancora molte e complesse – hadetto commentando i dati Roberto Colaninno – ma oggi sappiamo di avere i mezzi per affrontarle”. Anche Rocco Sabelli si è mostrato perciò fiducioso: “I conti dei nove mesi sono in linea con il budget – ha detto l’ad di Alitalia – penso che saremo abbastanza in linea con il budget anche a fine 2009 e posso ribadire l’obiettivo del pareggio a livello di risultato netto tra il 2010 e il 2011”.
C’è poi il capitolo dei rapporti industriali con Air France. «Dal primo gennaio – ha detto Sabelli al Sole 24 Ore – lanceremo un prodotto unificato Alitalia-Air France per la clientela business a livello globale. Abbiamo avuto da poco l’ok dell’Antitrust europeo. Presto unificheremo anche le reti di vendita in aree cruciali”. Per quanto riguarda le prospettive di un assorbimento di Alitalia da parte del gigante francese, Sabelli si è limitato a rispondere che il suo compito “è risanare Alitalia e farla funzionare. Il resto sta ai soci”.
Sul fronte delle strategie più ampie qualcosa però si muove. Lo stesso Sabelli, che si è mostrato prudente e non ha voluto scoprire le carte, aveva detto che il rapporto con Air France è solo la “porta di ingresso” per una operazione più ampia, che superi le sinergie semplicemente commerciali verso una fusione in grado rendere il vettore più competitivo con le altre alleanze internazionali. Va in questa direzione l’ingresso di Alitalia, previsto prima dell’avvio della stagione estiva 2010, nella joint venture tra Delta e Air France per i voli tra Europa e Nord America.
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Intanto, sul versante più vicino alle esigenze dei viaggiatori cioè quello tariffario, c’è da segnalare un aumento del prezzo del biglietto a partire dal prossimo anno. Il Cipe, infatti, ha dato il via libera all’adeguamento dei diritti aeroportuali che scatterà dal primo gennaio. Sono ovviamente contrarie le compagnie, mentre sono tutti favorevoli i gestori degli scali: potranno aumentare le tariffe solo gli aeroporti che metteranno in cantiere miglioramenti delle strutture. Gli aumenti tariffari non potranno superare i tre euro a passeggero, cifra stabilita dal governo in attesa che vengano siglati gli accordi di programma. L’Enac e Assaeroporti si vedranno giovedì prossimo per esaminare la delibera Cipe.
Critiche le compagnie aeree. “A fronte di una calo della domanda – ha detto polemicamente segretario generale di Assaereo Aldo Bevilacqua – il tutta l’industria del trasporto aereo dovrebbe adeguarsi per migliorare i servizi. Invece gli scali, che sono monopoli naturali, risolvono il problema aumentando i costi”.
E contro l’aumento delle tariffe arriva il ricorso del Codacons al Tar del Lazio. “I cittadini – ha dichiarato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, annunciando il ricorso – non ne possono più di supplementi, nuove tasse e balzelli vari che, alla fine, hanno incidenze fortissime sul prezzo finale di beni e servizi acquistati. In tal senso le tariffe aeroportuali rappresentano una anomalia tutta italiana. Basti pensare – ha continuato Rienzi – che un volo Alitalia da Roma Fiumicino a Milano Malpensa, solo andata e con partenza il 18 novembre, costa complessivamente 63,86 euro. Di questa cifra ben 60,86 euro – come si evince dal sito di Alitalia – è da addebitare alla voce ‘Tasse e supplementi’. Ciò significa che su tale volo l’incidenza di tasse e supplementi vari è pari al 95 percento del costo totale del biglietto aereo”.