L’esposizione di Unicredit nell’Est Europa è bilanciata e diversificata e questo consente al gruppo di minimizzare il possibile impatto della crisi di mercato.

Lo ha spiegato Federico Ghizzoni, responsabile della divisione mercato polacco e banche nell’area dell’Europa centro-orientale agli analisti nel corso di un incontro a Londra.



La presentazione, a porte chiuse, era già in agenda ma acquista interesse arrivando il giorno dopo l’allarme lanciato da Moody’s. L’agenzia di rating, a causa del rapido deterioramento del quadro macroeconomico nell’Europa dell’Est,

Teme siano messi sotto pressione i rating della forza finanziaria di diverse banche dell’area, così come quelli delle banche dell’Europa occidentale più esposte e tra queste proprio Unicredit.



Il gruppo in quest’area genera il 16,4% dei ricavi e il 12,9% dei costi operativi e dalla Polonia l’8,3% dei ricavi e il 6,4% dei costi operativi. Il gruppo, spiega Ghizzoni nella sua presentazione, «per confermare buone performance a fronte di un indebolimento del quadro macroeconomico si basa su una forte base dei depositi, uno stringente controllo dei costi, severe regole sui rischi e un forte focus sulla liquidità».

«La diversificazione – insiste Ghizzoni – è la chiave anche in un contesto macro in rallentamento». «La crescita nella regione Est Europa continuerà – prevede Ghizzoni – a fare meglio dell’area dell’unione monetaria europea». Inoltre il mix geografico «minimizza l’impatto sul Core Tier 1 della volatilità dei tassi di cambio che – evidenzia Ghizzoni – nei primi 9 mesi ha avuto un impatto positivo di 4,9 punti base nella regione Cee».