I leader europei che si riuniranno domenica a Bruxelles cercheranno le migliori procedure per attuare un coordinamento preventivo delle misure di aiuto all’industria dell’auto, per evitare che ci siano nazionalismi. È quello che ha detto il commissario Ue all’industria Verheugen, in un incontro stampa in cui sono state illustrate le linee guida della Commissione per gli incentivi alla rottamazione delle auto.



«Non faremo un piano europeo per il cambiamento dell’industria automobilistica – ha detto Verheugen – ma non ammetteremo il nazionalismo economico». Sullo stesso tasto ha battuto anche Neelie Kroes, commissaria Ue alla Concorrenza: «il mercato unico – ha detto – deve essere tutelato non solo per la vendita delle auto ma anche per la produzione. Gli aiuti devono essere dati rispettando eque condizioni di concorrenza». «Se sostenessimo il protezionismo – ha aggiunto la Kroes – faremmo un errore clamoroso perché è qualcosa di obsoleto».



«I governi sono nelle condizioni di sostenere il settore dell’auto nell’ambito degli strumenti che abbiamo già a disposizione», ha ricordato la Kroes. Nel documento approvato oggi dalla Commissione vengono ricordati tutti gli strumenti che si possono usare da subito, senza cedere a misure di carattere protezionistico: incentivi alla rottamazione, formazione dei lavoratori, incentivi agli investimenti verdi, alla ricerca per veicoli innovativi, aiuti finanziari o prestiti temporanei nel quadro dei piani di rilancio contro la crisi economica, fondi per la globalizzazione, fondi strutturali e sociali.



Al vaglio dell’antitrust europeo ci sono attualmente i piani nazionali di Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Italia e Svezia. «Non metteremo un timbro in modo automatico», ha detto la Kroes. «Il nostro ruolo è di assicurare che le norme siano rispettose delle regole sugli aiuti di Stato e sulla libera concorrenza». Per quanto riguarda il piano francese, sul quale Bruxelles ha espresso “diverse preoccupazioni”, Kroes ha riferito che è in stretto contatto con le autorità francesi «e credo che si troverà una soluzione».

I due commissari hanno sottolineato che la decisione sulla ristrutturazione del settore spetta ai singoli stati nazionali, così come le decisioni su come applicare le linee guida definite oggi, «ma in nessun modo – è stato ribadito – le misure nazionali devono ostacolare la concorrenza ed avere effetti discriminatori».