La leadership mondiale di Toyota Motor, appena conquistata lo scorso anno mettendo fine al regno durato 77 anni di General Motors, è a rischio per l’avanzata della Volkswagen.

Nella battaglia per la sopravvivenza in un mercato dell’auto mondiale in panne per la crisi economica, la casa di Wolfsburg tallona sempre di più da vicino il colosso di Nagoya: nel primo trimestre del 2009, Toyota ha visto vendite in calo del 27%, a 1,767 milioni di veicoli (inclusi i marchi Lexus, Daihatsu e Hino), contro gli 1,4 milioni di pezzi della rivale tedesca che, escludendo i dati di Porsche che possiede il 51% di Volkswagen, ha segnato un calo dell’11%.



La differenza tra i due gruppi si è ridotta soltanto nel periodo gennaio-marzo a 363.000 auto, più che dimezzando il margine di 840.000 pezzi dello stesso periodo del 2008, quando la compagnia nipponica viaggiava ancora col vento in poppa coltivando l’ipotesi di tagliare il traguardo simbolico e ambizioso di quota 10 milioni di vendite per l’intero esercizio.



Nei primi tre mesi dell’anno, Toyota ha accusato flessioni nei suoi due mercati principali (Stati Uniti e Giappone), mentre Volkswagen (che ha in portafoglio nove marchi) ha incrementato le sue posizioni in Germania (grazie agli incentivi pubblici), Cina e Brasile rilanciando le sue ambizioni per un sorpasso e la conquista del titolo di numero uno al mondo entro il 2018.

In Giappone, tuttavia, Toyota conta di recuperare terreno in scia agli incentivi pubblici, attesi questo mese, e modellati proprio sull’esempio tedesco per il rinnovo del parco auto.

La compagnia, nel frattempo, ha anche annunciato di aver venduto a livello consolidato nell’esercizio 2008/09, chiuso lo scorso 31 marzo, l’11,7% in meno di veicoli a livello globale, a 8,33 milioni di unità, per la brusca frenata della domanda.



Per la prima volta dal 1999, anno in cui Daihatsu e Hino finirono nel perimetro di gruppo, il leader dell’auto si trova a segnare una flessione che risulta più marcata se si considera che nell’esercizio precedente, il 2007/08, aveva raggiunto il record storico di 9,43 milioni di unità. Le previsioni dei dati di bilancio, invece, sono per la prima perdita della sua storia con rosso di 350 miliardi di yen, pari a 2,7 miliardi di euro.

La produzione pianificata per l’esercizio in corso, è di 2,8 milioni di veicoli in Giappone (i minimi da 31 anni a questa parte) e di 3,4 milioni all’estero, per un totale di 6,2 milioni di autovetture (-12% su base annua). Toyota nel 2007 ha toccato il record assoluto di 4,26 milioni di veicoli Made in Japan, e dopo aver eliminato migliaia di contratti a termine, si trova nella posizione di dover licenziare – cosa rara in Giappone – anche i lavoratori regolari.

Per ridurre i costi, sono stati tagliati i bonus a manager e dipendenti nell’ambito degli sforzi per risparmi da circa 500 miliardi di yen. Il futuro non è negativo: l’orientamento che prevale tra gli analisti è che la compagnia stia approfittando della crisi per varare una profonda ristrutturazione. Non a caso Goldman Sachs ha di recente incluso il titolo Toyota nella lista dei titoli da comprare.