Muovendo dal recente articolo di Giorgio Fiorentini e leggendo di una azienda in provincia di Vicenza che dovendo scegliere quali fornitori non “rinnovare” più a causa della crisi economica ha deciso di “salvaguardare” il “conto terzi” con una cooperativa di inserimento lavorativo, mi sembra utile ribadire alcuni punti di forza della cooperazione vocata a inserire nel processo produttivo persone che diversamente non avrebbero altra possibilità di occupazione.
In questo settore di interventi, la cooperazione sociale gode di alcuni “vantaggi competitivi”, maturati sul campo grazie a un chiaro sistema valoriale di riferimento e una forte caratterizzazione imprenditoriale sociale “specializzata” nel settore dell’occupabilità delle persone portatrici di handicap. Tali vantaggi sono a giudizio di chi scrive riassumibili come segue: unicità e il valore della persona; personalizzazione degli interventi; valutazione e controllo dell’efficacia degli stessi; lavoro di rete con gli altri soggetti; promozione di comportamenti che portino all’assunzione di responsabilità; reciprocità degli scambi e dei vantaggi; esperienza lavorativa quale strumento di integrazione sociale; modello cooperativo quale modalità di organizzare risorse umane e materiali coerenti con i valori di fondo.
Sono questi gli elementi caratteristici delle moderne imprese sociali, potenziali e non ancora sfruttate organizzazioni economiche “socially oriented”, capaci di contribuire alla definizione e realizzazione del “Distretto di Economia Solidale” (DES). Si tratta di un contesto economico a forte vocazione sociale e territoriale, nel quale i soggetti non profit (terzo settore) e imprese for profit insieme cooperano per: individuare gli obiettivi da realizzare; individuare le risorse disponibili; definire un modello di governance chiaro e allargato; identificare le funzioni programmatica e gestionale.
Il DES, dunque, si presenta quale “luogo di produzione e di scambio economico sociale”, formalizzato da un accordo strategico e programmatico, in cui le imprese sociali possono invero trovare la loro naturale collocazione e contribuire conseguentemente a disegnare modelli e sistemi di riferimento utili, soprattutto a livello locale, per affrontare e forse anche per superare la situazione di crisi odierna.