Nei primi giorni di aprile la Consob ha emanato le norme di recepimento della c.d. Direttiva Transparency, il cui scopo è l’armonizzazione dell’informazione finanziaria su base paneuropea attraverso l’adozione di un sistema telematico che assicuri la diffusione delle informazioni (dissemination), la loro conservazione (storage) e l’inoltro delle stesse alle autorità di vigilanza (filing).



In particolare, le informazioni (regolate) dovranno essere conservate per cinque anni presso operatori specializzati situati nei singoli Stati membri che, a regime, saranno interconnessi tra loro. Quindi, a differenza di quel che avviene oltreoceano, non vi sarà un unico database come EDGAR.

Nell’ambito del recepimento della direttiva Transparency, la Consob ha (giustamente) abrogato la maggior parte degli obblighi di pubblicazione sui quotidiani nazionali delle comunicazioni finanziarie, eliminando, così, i relativi costi a carico delle società quotate,come auspicato anche da Assonime nell’ambito della pubblica consultazione che ha preceduto l’adozione delle modifiche regolamentari.



La scelta di una disciplina che preveda la disclosure in via telematica è più che opportuna ed è legata alla volontà di garantire un’effettiva divulgazione delle informazioni e di incrementare la competitività dei mercati comunitari e la loro attrattiva nei confronti degli investitori esteri.

L’estrema dinamicità del mondo finanziario odierno, infatti, ha reso oramai la carta stampata uno strumento informativo obsoleto in quanto non in grado di fornire le informazioni necessarie al mercato con la dovuta tempestività, risultando, per tale motivo, poco utile agli investitori, i quali, per verificare se vi è qualche informazione che possa interessarli, dovrebbero acquistare ogni giorno tutti i maggiori quotidiani al fine di ricercare e ottenere i dati di rilievo.



La mini-riforma ha innescato una reazione particolarmente negativa da parte del mondo politico e dell’editoria. Si è parlato di limitazioni delle modalità attraverso le quali gli investitori accedono alle informazioni, di incapacità della rete di garantire una diffusione delle informazioni pari a quella della carta stampata e, infine, anche di intempestiva soppressione di una fonte di reddito per i quotidiani.

Il passaggio all’era digitale importa ovviamente la perdita di un significativo indotto per i quotidiani, ma la strada della diffusione telematica delle informazioni è un passo necessario al fine di assicurare, a costi inferiori, un flusso informativo costante e continuo verso gli investitori. Per contro, la diffusione delle informazioni a mezzo carta stampata non è più idonea ad assicurare trasmissione simultanea, tempestiva e senza frontiere.

Non pare più possibile sostenere, al giorno d’oggi, che internet non sia uno strumento informativo di massa, né che i fruitori delle informazioni finanziarie non siano in grado di utilizzare gli strumenti telematici messi a loro disposizione dall’innovazione tecnologica. Né si può comunque pensare di sovvenzionare un settore (l’editoria), anche se in crisi, a danno di altre imprese (le società quotate) imponendo loro dei costi irragionevoli. E pare altrettanto difficile argomentare che la pubblicazione di tali informazioni sui quotidiani consenta effettivamente una maggiore, completa e tempestiva diffusione delle stesse.

È importante accennare anche a un aspetto cruciale connesso alla predisposizione dei sistemi di dissemination, storage e filing. Affinché tali sistemi siano davvero efficaci, infatti, deve essere garantita la fruibilità immediata delle informazioni da parte degli utenti, che devono essere messi in condizione di accedere al set di informazioni in maniera chiara e rapida, evitando di determinare situazioni di confusione e opacità.

E proprio al fine di assicurare una maggiore fruibilità delle informazioni finanziarie (e ridurre i costi per gli investitori) la SEC ha appena varato il sistema telematico (Interactive Data Electronic Applications), basato sul filing delle informazioni nel formato interattivo , che ha il pregio di rendere la ricerca e l’elaborazione delle informazioni finanziarie presenti sul database della SEC più facile e intuitiva.

Attraverso IDEA, gli investitori saranno in grado di trovare con estrema facilità specifiche informazioni relative alle società quotate e ai fondi comuni di investimento e di confrontarle istantaneamente con altre informazioni finanziarie, il che dovrebbe agevolare l’assunzione di consapevoli scelte di investimento.