L’Italia s’è comportata correttamente nella vicenda Fiat-Opel, una partita ancora aperta per il ministro del Welfare Maurizio Sacconi che critica, al pari del suo collega di governo Renato Brunetta, l’ingerenza dei governi europei. «Penso – ha detto Sacconi – che nulla sia ancora del tutto definito nel riassetto dell’auto o di gran parte dell’industria dell’auto nel mondo e ritengo che Fiat sia uno dei grandi players, dei grandi soggetti che concorreranno a questa riorganizzazione».



Secondo Sacconi nella vicenda Fiat-Opel «c’è stato sicuramente un ingresso dei governi e adesso vedremo come affrontare il problema. O tutti i governi lasciano il gioco al libero mercato – ha spiegato il ministro del Welfare -, o tutti i governi sono autorizzati a giocare la carta politica».

Sacconi però preferirebbe che «fossero obiettive ragioni di mercato a determinare le alleanze anche perché in questo modo sarebbero durature. Perché – ha proseguito – se è vero che i governi sono dovuti intervenire per garantire stabilità ai mercati finanziari, pena l’esplosione dello stesso mercato finanziario globale, non è altrettanto vero che devono entrare in gioco per sostenere singole industrie».



Da parte sua Sacconi critica «quello che altri governi hanno fatto. Noi – ha ribadito – ci siamo comportati correttamente come lo stesso Marchionne voleva, confidando che ci fossero trasparenti regole di mercato». Sacconi infine sottolinea che «per le banche, per l’intero sistema finanziario è giusto che gli Stati intervengano. Ho più perplessità quando gli Stati sono chiamati a intervenire nei settori industriali».

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