“Milan l’è un gran Milan” si diceva e si continua a dire. E in effetti, al di là delle critiche piovute da ogni parte, a cominciare dai dossier su “la città fallita” di qualche settimanale, la città sembra intenzionata a non smentire la sua fama di cantiere ininterrotto. È dai tempi della sua fondazione che Milano non ha conosciuto un momento di pausa nel suo costruirsi e ricostruirsi su se stessa. Architetti romani, medievali, moderni e contemporanei hanno sempre usato lo spiazzo padano occupato dalla città della scrofa semilanuta come una vera e propria “palestra” o laboratorio sperimentale per le proprie costruzioni e modifiche. In vista dell’Expo 2015 questa tradizione sembra non essere cambiata, almeno a quanto afferma con entusiasmo l’assessore allo sviluppo del territorio Carlo Masseroli. In un’intervista al Corriere si dichiara fiero del fatto che «ci siano così tante gru, perché dà un segnale di una grande fiducia a chi investe nella città». Secondo Masseroli in un momento di crisi mondiale come quello attuale «la presenza di tanti cantieri è in controtendenza e dimostra che Milano è capace di attrarre investitori». Non è un caso che il titolo che racchiude il piano di sviluppo per il territorio sia “Milano per scelta”.



In effetti le cifre sono da capogiro: oltre 5.000 gru disseminate per tutto il territorio del comune per un totale di 3.800 cantieri, circa 4.000 opere in costruzione, altre due o tre metropolitane e molti altri lavori per l’Expo 2015. Uno scenario insomma che lascia ben sperare per il futuro di questa metropoli per la quale sono in atto anche numerosi progetti per alleggerire i flussi di traffico. È di pochi giorni l’apertura del tunnel di Porta Nuova. Per il momento rimane un’opera piccola in confronto a quelle che sono descritte sulla carta: ma è la necessaria premessa per una città che sta cambiando il proprio volto.

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