«Per affrontare la crisi e rilanciare le aziende la prima necessità è un sostegno umano e professionale all’imprenditore». Bernhard Scholz, 51 anni, presidente della Compagnia delle opere (Cdo), l’associazione che aggrega 34mila piccole e medie aziende, da quando è esplosa la tempesta sui mercati ha girato l’Italia con questo scopo, in un tour di incontri pubblici ricchi di contributi e testimonianze.
«Ogni crisi – spiega – può generare paura e chiusura, mentre per uscirne bisogna rimanere aperti per cogliere ogni minima opportunità, guardando con audacia il mercato e con realismo l’azienda e le sue capacità innovative. Senza il sostegno di una compagnia, anche l’imprenditore, nei momenti di difficoltà, più facilmente può compiere scelte errate».
E il presidente della Cdo si prepara ora a partecipare al 30° Meeting per l’amicizia fra i popoli, dal titolo “La conoscenza è sempre un avvenimento”, che apre i battenti oggi occupando l’intero quartiere fieristico di Rimini: 170mila metri quadrati, contro i soli novemila della prima edizione nel 1980. Tra i cuori pulsanti di questo che è il più grande festival estivo al mondo di economia, politica, arte, cultura, sport, vi sarà la cittadella della Compagnia delle opere e le decine di incontri proposti dalla Cdo con protagonisti di primo piano, come il governatore della Banca d`Italia, Mario Draghi, per continuare questo “sostegno umano e professionale” a chi fa impresa e a chi lavora.
Al centro il tema della conoscenza, perché, spiega Scholz, «anche la crisi è nata da un problema di conoscenza, cioè di perdita di significato del valore dell`impresa e del lavoro, che non può essere solo massimizzare il profitto». Al contrario il Meeting vuole aprire un confronto sul vero compito dell`economia che è «il bene delle persone che lavorano e il bene comune» e sul “valore del lavoro” che in gran parte è andato perduto.
Intanto il cammino per uscire dalla crisi resta lungo. Che cosa chiedete al governo?
Di accelerare i pagamenti della Pubblica amministrazione, fattore vitale anche per molte imprese non profit. Di mantenere vivi e vitali gli ammortizzatori sociali anche nei prossimi mesi. Di rendere concreti gli incentivi agli investimenti e la moratoria sui crediti. Tutto questo è assolutamente necessario perché le imprese possano toccare la ripresa ancora vive e in condizioni di ripartire.
Tra gli incontri in programma anche “Banche e imprese: un rapporto da ricostruire?”. Che cosa c`è che non va?
Il rapporto è diventato più difficile. Chiediamo alle banche di valorizzare di più le capacità imprenditoriali e innovative delle piccole e medie imprese, come patrimonio meritevole di credito e aiutare così le aziende ad agganciare la ripresa. Questo richiede anche di rivisitare certe rigidità di Basilea 2. La Cdo stessa è impegnata nel rafforzare rapporti di fiducia fra banche e imprese.
Come giudica il modo con cui il governo si è mosso sinora per montare la crisi?
Lo ha fatto in modo flessibile e positivo. Si dovrebbe fare di più sul fronte della riduzione delle tasse, ma qui capisco che bisogna fare i conti con il pesantissimo fardello del debito pubblico.
Contrariamente alle previsioni, però, il premier Silvio Berlusconi non è stato invitato. I rapporti si sono raffreddati dopo le indiscrezioni sulla sua vita privata?
Berlusconi è già venuto al Meeting in passato tre volte e quest`anno sarà presente gran parte dei ministri del suo governo, da Franco Frattini a Mariastella Gelmini; da Giulio Tremonti ad Angelino Alfano.
È stato invece invitato e sarà presente il candidato leader del Pd Pier Luigi Bersani. Una scelta di campo in vista della sfida con Franceschini al congresso di ottobre?
Non vogliamo dare alcuna indicazione al Pd che farà le sue scelte. Bersani è ospite da anni del Meeting. Lo abbiamo sempre invitato perché lo riteniamo un interlocutore serio.
Tra i ministri presenti anche Mariastella Gelmini con cui discuterete del manifesto “Una scuola che parla al futuro” che la Cdo sta diffondendo in migliaia di copie in tutt`Italia.
Il messaggio del nostro manifesto è che l`educazione deve tornare al centro del sistema scolastico. Chiediamo più autonomia per le scuole; più valore alla professionalità degli insegnanti; più libertà di scelta per le famiglie, potenziando il sistema della parità; percorsi di studio più flessibili e personalizzati; un sistema esterno di valutazione, per gli istituti statali e non statali, che consenta di comprendere la qualità del lavoro svolto.