Occorre che l’Unione europea riduca il deficit con piani chiari e credibili. Lo suggerisce l’Ocse nel suo rapporto sull’Economia dell’Ue. E per quanto riguarda le banche, è necessario che gli stress test siano rigorosi e trasparenti.
La situazione italiana: le industrie del nostro Paese pagano l’elettricità più cara fra tutti i loro concorrenti nell’area Ocse. Ma l’Italia (come Francia e Germania) potrebbe, se varasse alcune riforme, aumentare in 10 anni la produttività anche del 10%.
Per l’Ocse «tutti gli stati membri hanno bisogno di formulare piani chiari e credibili per assicurare la sostenibilità dei bilanci nel medio termine». Ma l’incertezza nel settore bancario «richiede stress test sistematici, rigorosi e trasparenti per chiarire le esigenze di capitale delle singole banche europee».
E veniamo al caso Italia. L’elettricità: il prezzo per l’industria nel nostro Paese è di 200 euro a megawatt/ora, contro i 40 euro che pagano le imprese francesi. Al secondo posto come paese più caro è l’Irlanda: meno di 130 euro a megawatt/ora. Sopra i 100 euro anche Slovacchia, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca. Oltre la Francia, a pagare l’elettricità meno di 50 euro a megawatt/ora ci sono solo Norvegia e Austria. Infine, per l’Ocse per aumentare la produttività del lavoro occorrono riforme del mercato che vadano verso una minore regolamentazione.