L’entità dei patrimoni detenuti dagli italiani all’estero che potrebbero rientrare con lo scudo fiscale è di quasi 300 miliardi di euro. Lo rilevano, citando dati Ocse, la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate in un convegno sui paradisi fiscali, in cui sottolineano che lo scudo è «l’ultima opportunità di mettersi in regola». Dei 300 miliardi di euro di tesori italiani oltre confine, 125 miliardi si troverebbero in Svizzera e 86 in Lussemburgo.



Riferendosi ai dati stimati dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con sede a Parigi, Giuseppe Vicanolo, capo del Terzo reparto del comando generale della Guardia di finanza, ha riferito che si stima che «nei paradisi fiscali siano presenti da 5 mila a 7 mila miliardi di dollari». «Una parte rilevante di questi importi, per un valore che oscilla tra i 1000 e i 1600 miliardi di dollari, secondo la Banca mondiale, è da attribuire a riciclaggio di proventi di attività criminali».



Per quanto riguarda la situazione italiana i capitali che «potrebbero essere rimpatriati o regolarizzati ammonterebbero a 278 miliardi di euro», ha precisato Vicanolo. Nella Repubblica di San Marino sarebbero al momento depositati oltre 2 miliardi di euro di capitale italiano.

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