Il Salone di Parigi è stato il centro del mondo dell’auto in questi giorni, e proprio a questa “fiera”, dove sono presentati nuovi modelli di automobili, si sono avute dichiarazioni importanti circa il futuro di Fiat Auto.
Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa automobilistica torinese, ha dapprima affermato che il progetto “Fabbrica Italia” non è stato fatto per convenienza, e ha poi confermato che Alfa Romeo rimarrà all’interno del gruppo Fiat. Proprio negli scorsi giorni i rumors su una possibile vendita del marchio del “biscione” a Volkswagen si erano fatti più insistenti. Queste voci non sono infondate, ma hanno delle chiare motivazioni di mercato.
Il gruppo tedesco, ormai globalizzato, tanto che vende più automobili in Cina che in Germania, possiede diversi marchi nel settore alto di gamma e Alfa Romeo potrebbe essere un completamento dell’offerta. L’interesse sembra ormai evidente; le parole del presidente di Volkswagen, Ferdinand Piech, circa le possibilità di miglioramento del marchio Alfa Romeo, hanno dimostrato che i rumors hanno un fondamento di verità. Anche Fiat avrebbe dei benefici dalla vendita, poiché in questo momento la casa automobilistica italiana ha bisogno di risorse fresche per il rilancio di Chrysler negli Stati Uniti d’America.
L’alternativa alla vendita di Alfa Romeo è la cessione di Iveco a Daimler, uscendo quindi dal settore dei veicoli pesanti. Anche in questo caso le voci di mercato sono insistenti, ma probabilmente Sergio Marchionne non si priverà di entrambi i marchi (ma è impossibile fare una previsione).
Certo, prima la creazione del polo del lusso con Alfa Romeo, Maserati, Ferrari e Abarth e poi lo spin-off tra Fiat Auto e Fiat Industrial, indicano che alcune vendite potrebbero avvenire nei prossimi mesi. Nonostante le smentite di Sergio Marchionne, l’amministratore delegato ha chiaro che ha bisogno di diversi miliardi di euro per crescere negli Stati Uniti e per cercare di resistere nel difficilissimo mercato europeo.
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E dal mercato arrivano le maggiori preoccupazioni di Fiat, poiché la caduta delle vendite non sembra aver fine. Gli incentivi governativi, che hanno dopato le vendite nel 2009 e nella prima parte del 2010, sono terminati e nella seconda parte di quest’anno è in corso una contrazione del mercato impressionante sia in Italia che in tutta Europa.
Nel mese di settembre 2010 si è avuta una diminuzione delle vendite del 19% rispetto allo stesso mese del 2009 e nel corso dei primi tre trimestri dell’anno la caduta è stata superiore al 4%. Fiat Group ha avuto una performance inferiore a quella del mercato con una caduta del 26% nel mese di settembre e del 12% nei primi nove mesi dell’anno. La quota di mercato è sotto il 29% e rispetto allo scorso anno ha registrato una perdita di tre punti percentuali.
Fiat beneficia invece di un mercato americano in ripresa, dopo il pessimo 2009, anno del sorpasso cinese. Lo scorso mese si è registrato un boom rispetto al difficilissimo settembre 2009, con una crescita del 28% su base mensile e del 10% nei primi 9 mesi dell’anno. Chrysler sta recuperando lentamente quote di mercato, restando per ora ancora sotto la soglia del 10%, ma nelle vendite annuali ha aumentato la propria market share dal 9,2% al 9,5%.
Il dato preoccupante per Fiat e il suo sbarco in America è quello relativo alle vendite di autoveicoli di piccole dimensioni (come la Fiat 500). È l’unico segmento che ha visto una contrazione in un mercato in espansione nel corso del 2010.
Marchionne ha comunque bene in mente che il futuro di Fiat deve essere sempre meno europeo e più globale, come indicano i dati di mercato, e la dismissione di alcuni marchi come Alfa Romeo o Iveco aiuta a sterzare verso questa strategia, nonostante le dichiarazione di voler mantenere a perimetro costante il gruppo.
I prossimi mesi saranno decisivi per Fiat e quasi sicuramente saranno pieni di colpi a effetto.