Il successo di un’attività imprenditoriale dipende in larga parte da come si gestiscono i rischi e da come si amministra il capitale a disposizione. L’attività di trading è a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale dove i profitti derivanti dall’operatività rappresentano i ricavi e le perdite i costi (la contabilità è molto più semplice rispetto a qualsiasi attività aziendale!). Di conseguenza, il successo dipende fondamentalmente dai due parametri sopra elencati: gestione del capitale a disposizione e del rischio.
Per rendere immediatamente chiaro il concetto, facciamo un esempio: dispongo di un capitale di 10.000 euro. Il primo errore che comunemente si commette, spinti dalla voglia di iniziare e di guadagnare molto e in maniera veloce, è quella di utilizzare tutto il capitale per aprire una posizione. Decido quindi di comprare il titolo a 10 euro, compro mille azioni ed ecco pertanto tutto il mio capitale bloccato sulla singola operazione. Supponiamo ora che il titolo arrivi a quotare dopo pochi giorni 12 euro: ottimo! Decido di vendere i mille titoli che ho comprato e realizzo un profitto del 20% in pochi giorni. Benissimo, in una settimana ho guadagnato 2.000 euro. Entusiasta, ripeto l’operazione selezionando un altro titolo. Magari trarrò ancora del profitto. Il problema qual è allora, se tutto mi sta andando dalla parte giusta e l’inizio della mia nuova attività imprenditoriale promette di fare faville?
Il problema è che mi capiterà di comprare un titolo a 15 avendo come obiettivo quello di rivenderlo a 20, ma accadrà che la quotazione scenderà e non chiuderò mai la posizione in perdita perché sarò sicuro che risalirà. E invece il titolo perderà valore (magari non perché la società che ha emesso le azioni sta andando male, ma perché gli investitori mondiali stanno facendo scendere le quotazioni di borsa in generale) e io non prenderò mai la decisione di chiudere la posizione stessa in perdita ma voglio chiuderla in guadagno!
È un errore banale, però alzi la mano chi, operando in borsa, non ha mai commesso tale ingenuità. Infatti, così facendo, si tagliano i profitti (compro a 10 per vendere a 12), ma non si tagliano le perdite (compro a 15 ma non vendo a 13 e, se il titolo va a 10 me lo ritrovo ancora in portafoglio e questa perdita mi mangia i profitti derivanti da altre operazioni).
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Invece, bisogna fare esattamente l’opposto: tagliare le perdite e fare correre i profitti. È più semplice di quello che si può pensare e ci sono varie tecniche per farlo utilizzando gli evoluti ordini che si possono impostare a mercato e che alcune società di brokeraggio ci offrono (e, alcune, ci insegnano anche come farlo).
Prima di tutto vediamo come gestire il capitale a disposizione: il money management ci insegna a non investire tutto il nostro capitale su un singolo titolo, ma a dividere il nostro capitale in parti uguali e aprire diverse posizioni per fare in modo che mai nessuna operazione andata male possa devastare il nostro portafoglio. Infatti, non devo guadagnare da dieci operazioni su dieci (sarebbe impossibile e perseguire questo obiettivo deleterio), devo semplicemente pensare che la media dei profitti sia superiore alle media delle perdite (le aziende sono sane se i ricavi sono maggiori rispetto ai costi) e il risultato netto mensile sarà positivo. Inoltre, non devo fare in modo che un’operazione nel mio portafoglio abbia più peso di un’altra, devo dare la stessa importanza a tutte le operazioni che apro e aprire soltanto posizioni che mi piacciono.
Regole quindi semplici ed efficaci. Abbiamo visto come gestire il capitale, ora vediamo come gestire il rischio. Supponiamo di costruire il nostro portafoglio con soli acquisti di titoli azionari. Sicuramente scegliamo titoli di settori diversi, per diversificare il nostro portafoglio. Però, se la borsa salirà guadagneremo, ma se la borsa scenderà perderemo. Allora, come gestire in modo equilibrato il nostro portafoglio per non essere legati ai cicli di borsa sempre e comunque?
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Sapete che si può sia guadagnare dal rialzo che dal ribasso dei titoli o di altri strumenti finanziari come materie prime, valute, indici o tassi di interesse? Sapete che esistono delle correlazioni tra questi strumenti e l’andamento di uno influisce sulla performance di altri? Sapete che posso investire in marginazione utilizzando professionalmente la leva finanziaria e di conseguenza aumentare le performance della mia gestione? Se la risposta è sì vuol dire che già operate con successo, altrimenti contattatemi tramite l’indirizzo e-mail indicato sotto o leggete le prossime pubblicazioni ma anche alcune precedenti, l’argomento è molto vasto…
Stefano Gianti, CMC Markets (s.gianti@cmcmarkets.com)
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