Negli ultimi articoli abbiamo insistito parecchio su come col trading si possano ottenere risultati costanti e assolutamente disallineati con l’andamento dei cicli di borsa con una serie di tecniche e di strumenti, ma soprattutto con una accurata gestione del rischio.
Nell’articolo di oggi, per proseguire con queste indicazioni operative andiamo ad introdurre un tipo di operatività che permette di speculare dal movimento rialzista di un sottostante e da un movimento ribassista di un altro (vedremo che esistono anche situazioni diverse). Questa metodologia è conosciuta col nome spread trading o pairs trading.
Andiamo con ordine. Dopo alcune analisi (di origine fondamentale o tecnica) decido di comprare un determinato titolo azionario di un certo settore. Supponiamo di concentrarci sul settore automobilistico e di comprare FIAT. Compro 500 azioni per un controvalore di 4.000 euro. Come mi riparo dal rischio di un crollo del mercato? Vendo! Ma cosa?
Vendo un titolo dello stesso settore (che quindi sia correlato col mio primo titolo scelto) che nell’immediato futuro dimostrerà probabilmente una forza minore del primo. Supponiamo di vendere Volkswagen: il titolo quota 64 euro e quindi vendo 62 azioni, per ottenere lo stesso controvalore precedente. Vendo questo titolo per guadagnare da un suo eventuale ribasso (vedi la tecnica dello short descritta nell’articolo del 5 febbraio).
Supponiamo ora che il mercato nei giorni successivi, sale. In teoria guadagneremmo dall’acquisto di Fiat e perderemmo dalla vendita di Volkswagen che dovremmo ricomprare in perdita ad un prezzo più alto per chiudere la posizione. E allora dov’è il guadagno se guadagno da una parte e perdo dall’altra?
La chiave di lettura è: quanto guadagno dalla prima azione e quanto perdo dalla seconda? Se il mercato automobilistico “tira” entrambi i titoli salgono, e la mia posizione doppia trarrebbe beneficio solo dal titolo Fiat. Però io ho comprato questo titolo perché in questo momento ha una forza relativa superiore al titolo venduto. Quindi, se Fiat sale del 10 percento in pochi giorni, Volkswagen salirà, ma salirà meno, facendomi perdere di meno di quello che guadagno. La differenza tra le due performance, ovvero lo spread, è il mio guadagno. Ecco perché questo tipo di operatività si chiama “spread trading”.
Analizziamo un altro scenario con un esempio attuale: Telecom potrebbe aumentare la propria partecipazione in Telefonica (società spagnola delle telecomunicazioni). Posso comprare Telefonica (long) e vendere Telecom (short), perché penso che a seguito di una eventuale conclusione dell’affare il titolo spagnolo salirà decisamente. E limito il mio rischio vendendo Telecom.
Potremmo fare numerosi esempi in quanto sono diversi gli scenari da analizzare, per far capire quanto possa essere vasto l’argomento citiamo altri esempi: posso comprare il frumento e vendere un’altra commodity sfruttando anche i movimenti stagionali che caratterizzano questi prodotti, oppure posso comprare il petrolio e vendere un altro contratto sul petrolio stesso ma con scadenza diverso per guadagnare dall’allineamento che mi attendo su due scadenze diverse.
Posso anche comprare un’azione, ad esempio Saipem, e vendere l’indice italiano FTSEMIB40 perché penso che il titolo farà meglio nel medio periodo del paniere di titoli di riferimento.
Se ci pensate anche nel mercato più liquido, ovvero il Forex (Foreign Exchange, mercato delle valute), il funzionamento è simile: se dovessi vendere l’EUR/USD guadagnerò dal deprezzamento della prima valuta e dall’apprezzamento della seconda.
Insomma, è un modo di operare molto particolare e assolutamente professionale, la cui applicazione richiede degli approfondimenti (per questo potete scrivermi).
Il cross EUR/USD presenta una evidente impostazione ribassista dovuta soprattutto a motivi di natura fondamentale (oltre che tecnica). Sia l’andamento giornaliero che settimanale confermano ancora l’obiettivo a 1.32 da raggiungere entro fine marzo.
(Stefano Gianti, [email protected] – CMC Markets)
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