Il profitto derivante dagli investimenti in borsa è sempre stato associato al rialzo delle quotazioni. Ed è incredibile come questo concetto non sia mai stato abbandonato dalla maggior parte della clientela retail che, nonostante i crolli vissuti negli ultimi anni (vedi 2001-2002 e autunno 2008) che dimostrano che “la borsa quando sale usa le scale e quando scende si butta dalla finestra”, nel senso che in un breve periodo di panico e di continue vendite da parte degli operatori vengono bruciati anni e anni di capitalizzazione (nel 2008 in poche settimane sono stati bruciati i profitti di sei anni di rialzi). Nel suo piccolo, la seduta di ieri conferma questo concetto, infatti il ribasso è stato abbastanza violento e la volatilità nelle ultime due settimane è ripresa a salire, lo vediamo anche dal grafico qui sotto



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Questo indice mostra l’andamento del FTSE Mib, ovvero l’indice italiano, nell’ultimo anno. La performance è stata positiva, da marzo 2009 abbiamo infatti assistito a un fortissimo rally rialzistista, però esistono sempre dei momenti dove il trend si interrompe e vengono lasciati ampi spazi ai ribassi (ad esempio, fine ottobre 2009 e le ultime due settimane). Come dicevamo nella premessa, siamo abituati ad associare il concetto di guadagno dal rialzo, quindi posso comprare l’indice a 21.000 punti e rivenderlo a 22.000.



 

E se invece prima di comprarlo lo vendessimo? Si può fare, e tecnicamente viene chiamato short, o vendita allo scoperto. Ai più, pare assurdo, perché si pensa che non possiamo vendere una cosa che non abbiamo. Però possiamo vendere l’indice a 22.000 punti (aprendo la posizione) per ricomprarlo a 21.000 e chiudere la posizione, guadagnando proprio dal ribasso. Altro errore concettuale che comunemente si commette, è quello di affermare che questa è speculazione. Non è vero.

 

Dalla teoria economica sappiamo che i prezzi nel lungo periodo tendono al loro livello naturale, quindi se valutiamo troppo alto il prezzo di un indice (così come quello di un’azione, una valuta, una materia prima) possiamo venderlo per guadagnare dal suo ribasso. Quando l’indice ha raggiunto il prezzo che pensavamo dovesse raggiungere, lo possiamo ricomprare. Certo, ora non deve passare il concetto che questa sia la cosa più semplice del mondo, però è una cosa fattibile anche dalla clientela retail, non è un lusso riservato agli istituzionali.