Dopo aver sentito le parole di Luca Cordero di Montezemolo pronunciate venerdì scorso («Da quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato»), con l’aiuto del Professor Ugo Arrigo, abbiamo raccolto le delibere della Commissione Europea in tema di aiuto di Stato al gruppo Fiat dal 1999 (prima che arrivasse Montezemolo nel 2004) al 2009. Fonte: Commissione Unione Europea. Nota: I testi riportati sono tratti integralmente dal Bollettino U.E. e dai Comunicati stampa ufficiali.



 

Adozione da parte della Commissione in data 3 febbraio 1999.  La Commissione ha deciso di avviare sei procedure d’indagine nei confronti di aiuti per una somma totale di circa 120 milioni di euro che il governo italiano progetta di assegnare a Fiat Auto ai sensi della legge regionale 488/92. La Commissione non dispone ancora di sufficienti elementi per stabilire la conformità di tali aiuti con le norme del quadro automobilistico, soprattutto per quanto riguarda l’analisi costi/benefici e la mobilità dei progetti. Essa ha perciò ingiunto alle autorità italiane di fornirle tutti i dati necessari all’esame di questi casi.



Bruxelles, 3 febbraio 1999

La Commissione avvia sei indagini su aiuti per circa 120 milioni di Euro prospettati dall’Italia in favore di Fiat Auto

 

La Commissione europea ha deciso di avviare sei procedure d’indagine approfondita nei confronti degli aiuti previsti a favore di Fiat Auto in base alla legge 488/92 ed ha ingiunto inoltre all’Italia di fornirle, entro un mese, tutte le informazioni necessarie per l’esame dei fascicoli. Finora la Commissione non ha potuto appurare se gli aiuti previsti siano conformi alla disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato all’industria automobilistica.



Alla fine del 1997 l’Italia ha notificato sei fascicoli di aiuti di Stato in favore di Fiat Auto riguardanti gli stabilimenti Mirafiori Carrozzeria, Mirafiori Meccanica, Pomigliano, Piedimonte San Germano, Termoli e Rivalta. A distanza di oltre un anno, le informazioni fornite dall’Italia non hanno permesso di dimostrare che gli aiuti previsti sono conformi ai principi della disciplina comunitaria per l’industria automobilistica, in particolare per quanto riguarda l’analisi dei costi/benefici e la mobilità dei progetti, né è stato appurato che gli aiuti all’innovazione corrispondono ai criteri rigorosi imposti dalla Commissione in materia.

La Commissione ha ingiunto all’Italia di trasmetterle entro il termine di un mese tutti i dati richiesti per l’esame dei casi, altrimenti dovrà adottare una decisione unicamente sulla base degli elementi di cui dispone.

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Adozione da parte della Commissione in data 26 maggio 1999. La Commissione ha deciso di estendere la procedura da essa aperta nei confronti di aiuti progettati a favore di Fiat Auto per gli stabilimenti Mirafiori Carrozzeria, Mirafiori Meccanica e Rivalta. Essa nutre dubbi soprattutto sull’esistenza del criterio di necessità dell’aiuto, dato che nel 1993-1994, all’epoca dell’avviamento dei progetti di investimento, Mirafiori e Rivalta non erano situate in una regione assistita e la concessione degli aiuti non era dunque prevista all’atto dell’elaborazione dei progetti. La Commissione ha ingiunto all’Italia di fornirle tutte le informazioni che le permettano di giudicare la compatibilità degli aiuti.

 

 

Bruxelles, 26 maggio 1999

 

La Commissione estende l’indagine avviata nei confronti degli aiuti di Stato previsti a favore di Fiat Auto

 

Di fronte a informazioni emerse di recente, la Commissione europea ha deciso di estendere l’indagine, avviata nel febbraio 1999, in merito a tre casi di aiuto di Stato prospettati a favore di Fiat Auto per gli stabilimenti di Mirafiori Carrozzeria, Mirafiori Meccanica e Rivalta ed esige che l’Italia le fornisca entro un mese tutte le informazioni necessarie al loro esame.

 

Nell’ambito della valutazione di questi progetti di aiuto, la Commissione ha infatti individuato alcuni fatti nuovi. In particolare è emerso che le decisioni di investimento sono state certamente adottate dalla Fiat, nei tre casi, nel 1993/1994, quando gli stabilimenti di Mirafiori e Rivalta non figuravano in una regione assistita. La Commissione dubita pertanto che la società torinese abbia potuto prendere in considerazione, nel finanziamento dei progetti, l’ottenimento di aiuti regionali. L’aiuto non sarebbe pertanto necessario alla realizzazione degli investimenti a Mirafiori e Rivalta.

 

Tra ottobre e dicembre 1997 il governo italiano aveva notificato sei progetti di aiuto di Stato concernenti Fiat Auto S.p.a., tra cui i tre oggetto della presente decisione. La Commissione, date le difficoltà incontrate nella valutazione della compatibilità degli aiuti, ha deciso, nel febbraio 1999, di avviare un’indagine approfondita in merito a ciascuno di essi.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 8 luglio 1999. La Commissione ha deciso di chiudere la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti di un aiuto regionale a favore della Fiat Auto per lo stabilimento di Piedimonte San Germano (Cassino), autorizzandolo dopo avere constatato il rispetto del massimale autorizzato per gli aiuti regionali e la sua conformità alle norme del quadro degli aiuti al settore automobilistico.

 

 

Adozione da parte della Commissione in data 28 luglio 1999. La Commissione ha deciso di chiudere la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti di un aiuto regionale a favore di Fiat Auto per lo stabilimento di Pomigliano. Essa ritiene l’aiuto parzialmente compatibile con il mercato comune, autorizzandolo per un importo massimo di 20,4 milioni di euro (20,3 % lordo del totale dell’investimento) e proibendo ogni altro aiuto perché farebbe superare il massimale autorizzato per gli aiuti regionali.

 

Bruxelles, 28 luglio 1999

 

La Commissione autorizza un aiuto di Stato a favore della Fiat

 

La Commissione europea ha autorizzato aiuti per un importo di 20,4 milioni di euro (39,6 miliardi di ITL) a favore di Fiat S.p.A., destinati ad un investimento da realizzare nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Le autorità italiane avevano inizialmente notificato un aiuto di Stato per 30,5 milioni di euro (59 miliardi di ITL); tuttavia, dopo aver valutato il caso, la Commissione ha concluso che soltanto l’importo minore era ammissibile ai sensi della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica.

 

Le autorità italiane hanno notificato alla Commissione il pacchetto di aiuti in questione nell’ottobre 1997. Tali aiuti dovevano essere erogati a favore della Fiat, in virtù della legge n. 488/92, per investimenti che l’impresa intendeva effettuare nel suo stabilimento di Pomigliano d’Arco (nei pressi di Napoli) finalizzati alla produzione del modello Alfa 156 e di un altro autoveicolo indicato all’epoca con il codice “modello 937”. Lo stabilimento è situato in una regione ammissibile agli aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato CE.

 

Gli investimenti in parola sono iniziati nel 1995 e dovrebbero essere completati entro il 2000: secondo le autorità italiane, il relativo costo si aggirerebbe sui 340 milioni di euro (659 miliardi di ITL).

 

La Commissione ha esaminato il progetto di aiuto alla luce della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica, verificando innanzitutto la mobilità del progetto d’investimento, vale a dire se il progetto poteva essere realizzato localizzando la produzione nello stabilimento della Fiat in Polonia. La Commissione ha tuttavia constatato che in effetti soltanto una parte della produzione era mobile (200 autoveicoli al giorno).

 

Nell’esaminare l’importo dell’aiuto ammissibile, la Commissione ha ritoccato l’analisi costi-benefici effettuata dalle autorità italiane, che comparava gli investimenti da effettuare nello stabilimento di Pomigliano d’Arco con un equivalente investimento ad Arese. A questo proposito, la Commissione ha ritenuto che le autorità italiane non si fossero pienamente conformate alla prassi comunitaria.

 

Ad esempio, nell’analisi non era stato utilizzato il giusto tasso di riferimento per l’attualizzazione dei flussi di cassa derivanti dal progetto; più precisamente, non si era provveduto a ridurre l’handicap tenendo conto del fatto che soltanto il 40% della produzione era mobile (200 autoveicoli al giorno su 500). Dopo le necessarie correzioni, l’importo dell’aiuto compatibile è risultato ridotto da 30,5 milioni di euro (59 miliardi di ITL) a 20,4 milioni di euro (39,6 miliardi di ITL).

 

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Adozione da parte della Commissione in data 29 settembre 1999. La Commissione ha chiuso la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE da essa aperta nei confronti di un aiuto di 28 milioni di euro (55 200 milioni di ITL) a favore di Fiat Auto SpA per un investimento nel suo stabilimento di Termoli, decidendo di autorizzare l’aiuto, che sarà assegnato nel quadro di un regime di aiuti regionale approvato dalla Commissione, ritenendo che esso soddisfacesse le condizioni di compatibilità con il mercato comune stabilite nel quadro degli aiuti al settore dell’automobile.

 

Bruxelles, 29 settembre 1999

 

La Commissione autorizza aiuti regionali a favore di Fiat per la fabbrica di motori di Termoli (Italia).

 

A seguito di un’inchiesta molto approfondita la Commissione europea ha deciso di autorizzare gli aiuti regionali per un importo totale di 27,9 milioni di euro (54 miliardi di lire) previsti a favore di Fiat Auto in virtù della legge regionale 488/92. La Commissione è giunta alla conclusione che gli aiuti previsti per un progetto realizzato a Termoli rispettano le prescrizioni della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica.

 

Alla fine del 1997 l’Italia aveva notificato sei casi di aiuti di Stato a Fiat Auto, uno dei quali riguardava la fabbrica di motori di Termoli che occupa 3.300 persone e dove saranno prodotti annualmente 230.000 nuovi motori Fire (Fully Integrated Robotised Engine) 16 V di 1242 cm3 di cilindrata. All’inizio del 1999, constatando che le informazioni fornite dall’Italia erano ancora insufficienti per analizzare l’intero progetto di investimento alla luce delle regole in materia di aiuti di Stato all’industria automobilistica, la Commissione ha deciso di svolgere un’inchiesta approfondita.

 

Questa inchiesta ha consentito oggi di stabilire che l’aiuto regionale previsto, di un’intensità pari al 15% circa, rispetta le prescrizioni della disciplina degli aiuti di Stato all’industria automobilistica.

Grazie a questo aiuto vengono preservati circa 500 posti di lavoro a Cassino.

 

Adozione da parte della Commissione in data 24 novembre 1999. La Commissione ha deciso di avviare la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti di aiuti per 40 milioni di euro (78 miliardi di ITL) a favore dell’impresa Fiat Melfi – SATA, SpA, filiale di Fiat Auto. Le informazioni in possesso della Commissione non permettono di eliminare i dubbi sul rispetto delle norme nel quadro degli aiuti al settore automobilistico, soprattutto per quanto riguarda la mobilità del progetto, la natura degli investimenti (ammodernamento o trasformazione) e le ipotesi dell’analisi costi/benefici.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 22 dicembre 1999. La Commissione ha deciso di chiudere con una decisione negativa la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE da essa aperta nei confronti di aiuti regionali del governo italiano a favore dell’impianto Fiat Mirafiori Meccanica (TO). Esaminato il progetto rispetto alle norme della disciplina degli aiuti all’industria automobilistica, la Commissione ritiene insoddisfatto il criterio di necessità dell’aiuto, dato che il progetto del 1993/94 non poteva aver tenuto conto di eventuali aiuti (non trovandosi all’epoca il sito in zona assistita) e che non era dimostrata la “mobilità” del progetto (non avendo presentato le autorità italiane alcun sito alternativo credibile). La Commissione ha perciò proibito la concessione di tale aiuto regionale.

 

Bruxelles, 22 dicembre 1999

 

La Commissione adotta una decisione negativa nei confronti di un aiuto di Stato in favore dello stabilimento Fiat Mirafiori (Italia).

 

La Commissione europea ha vietato l’erogazione di aiuti di Stato a finalità regionale ammontanti a 16 milioni di euro (30,3 miliardi di ITL) e di intensità pari al 4,6% in favore di un investimento Fiat per la produzione del motore “Torque” presso lo stabilimento Mirafiori. La Commissione ha constatato che tali aiuti non erano necessari alla realizzazione del progetto presso la Mirafiori Meccanica.

 

Il progetto in questione riguardava la produzione di motori “Torque” da montare su determinate autovetture Fiat. Gli investimenti, realizzati nel 1994-1998, ammontano a 242 milioni di euro (468,4 miliardi di ITL). Lo studio di localizzazione, che ha indotto la Fiat a scegliere lo stabilimento di Mirafiori, è stato effettuato verso il 1993-1994. Mirafiori è una zona assistita soltanto dal marzo 1995, data in cui è stata definita area ammessa a beneficiare di aiuti in virtù dell’articolo 87.3.c) del trattato.

 

La Fiat non aveva quindi potuto integrare, all’epoca, nel finanziamento del suo progetto a Mirafiori l’ottenimento di un aiuto regionale. Le autorità italiane non hanno d’altronde fornito neppure una dimostrazione sufficiente della mobilità del progetto. Mirafiori risulta quindi essere l’unico stabilimento presso il quale la Fiat ha previsto di realizzare il progetto.

 

La disciplina degli aiuti di Stato all’industria automobilistica – testo che definisce la posizione della Commissione europea in materia di concessione di aiuti di Stato in questo settore – stabilisce che per essere compatibili con il mercato comune gli aiuti regionali prospettati devono essere necessari alla realizzazione del progetto di investimento nella regione assistita in questione.

 

La Commissione ha dunque constatato che gli aiuti notificati dall’Italia in favore di Fiat Mirafiori Meccanica non sono necessari per conseguire le finalità previste dall’articolo 87.3.c), ossia, nella fattispecie, facilitare lo sviluppo di talune regioni economiche. Tali aiuti risultano pertanto incompatibili con il mercato comune e devono di conseguenza essere vietati.

 

Alla fine del 1997 l’Italia aveva notificato sei casi di aiuti regionali, ai sensi della legge 488/92, destinati a Fiat Auto, tra cui Mirafiori Meccanica. Dopo più di un anno e malgrado varie lettere di sollecito inviate dalla Commissione alle autorità italiane, le informazioni fornite dall’Italia non avevano permesso di dimostrare che gli aiuti regionali prospettati erano conformi ai principi della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica, in particolare per quanto riguarda l’analisi costi/benefici e la mobilità dei progetti.

 

Di conseguenza, nel febbraio 1999, la Commissione ha avviato un procedimento di esame approfondito nei confronti dei 6 progetti di aiuto. Alla fine di maggio 1999, tre casi (tra cui Mirafiori Meccanica) hanno formato oggetto di una decisione di estensione del procedimento, in relazione alla necessità degli aiuti previsti.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 15 febbraio 2000. La Commissione ha deciso di chiudere con una decisione negativa la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, che aveva aperto in relazione agli aiuti a favore dell’impresa automobilistica Fiat Rivalta, situata presso Torino. La Commissione ha esaminato il progetto alla luce delle disposizioni della disciplina degli aiuti al settore automobilistico. Come nel caso della Fiat Mirafiori Meccanica, la Commissione ha concluso che non era soddisfatto il criterio della necessità dell’aiuto, in quanto, da un lato, l’elaborazione del progetto nel 1993/94 non aveva potuto tenere conto della possibilità di concessione di aiuti poiché la località non si situava a quell’epoca in zona assistita e, dall’altro, la “mobilità” del progetto non era stata dimostrata, non essendo stata presentata dalle autorità italiane alcun sito alternativo credibile. La Commissione ha pertanto proibito la concessione di tale aiuto regionale.

 

Bruxelles, 15 febbraio 2000

 

La Commissione vieta 46 miliardi di ITL (24 milioni di euro) di aiuti regionali in favore di Fiat Rivalta

 

La Commissione ha vietato il versamento alla Fiat di aiuti regionali di intensità pari al 4,7% per un investimento destinato a migliorare la flessibilità degli impianti presso lo stabilimento di assemblaggio di Rivalta (Torino). La Commissione ha infatti constatato che gli aiuti in questione non erano necessari alla realizzazione del progetto a Rivalta.

 

In generale il progetto tenderebbe riorganizzare lo stabilimento in modo da: permettere la produzione dei modelli Fiat Bravo/Brava e Marea, Lancia Nuova Dedra e Alfa Romeo 166; migliorare l’ergonomia dei posti di lavoro; consentire un più efficace bilanciamento dell’automazione e della manualità nel processo di produzione; rafforzare la tutela dell’ambiente e rendere Rivalta in grado di far fronte ai picchi di produzione che altri stabilimenti del gruppo non saranno in grado di assorbire per determinati modelli (Fiat Bravo/Brava e Marea).

 

Nel 1997 lo stabilimento Fiat di Rivalta, che contava 4.580 dipendenti, ha prodotto circa 85.000 autovetture. La disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per l’industria automobilistica – testo che regola la valutazione degli aiuti in questo settore nel duplice obiettivo di garantire la trasparenza e di imporre una disciplina rigorosa nella concessione degli aiuti – stabilisce che per essere compatibili con il mercato comune, gli aiuti regionali prospettati devono essere necessari alla realizzazione del progetto di investimento nella regione assistita interessata.

 

Lo studio di localizzazione che ha indotto la Fiat a scegliere Rivalta ai fini del suo investimento, si è svolto verso il 1993-1994. Rivalta non apparteneva ad una zona assistita fino al marzo 1995, data in cui è stata definita regione assistita ai sensi dell’articolo 87.3.c). del trattato. Pertanto la Fiat non ha potuto includere nel finanziamento del suo progetto a Rivalta l’ottenimento di un aiuto regionale. La Commissione ha quindi concluso che il governo italiano non ha dimostrato che la società torinese ha effettivamente considerato la concessione di un aiuto regionale come un criterio necessario alla selezione del sito di Rivalta.

 

Il governo italiano non ha peraltro nemmeno sufficientemente dimostrato la mobilità del progetto. Infatti non è stato presentato nessun altro sito alternativo credibile. Rivalta risulta essere l’unico sito preso in considerazione dalla Fiat per la realizzazione del suo progetto. Gli aiuti notificati dall’Italia in favore di Fiat Rivalta non sono pertanto necessari al conseguimento delle finalità di cui all’articolo 87.3.c), nella fattispecie facilitare lo sviluppo di talune regioni economiche. Per tale motivo gli aiuti in questione risultano incompatibili con il mercato comune e devono essere vietati.

 

Alla fine del 1997 l’Italia ha notificato sei casi di aiuti regionali, in base alla legge 488/92, in favore di Fiat Auto, tra cui quello destinato allo stabilimento di Rivalta. Dopo più di un anno e malgrado numerosi solleciti inviati dalla Commissione alle autorità italiane, le informazioni fornite dall’Italia ancora non permettevano di dimostrare che gli aiuti regionali prospettati erano conformi ai principi della disciplina comunitaria per l’industria automobilistica, in particolare per quanto concerne l’analisi costi/benefici e la mobilità dei progetti.

 

La Commissione ha dunque avviato, nel febbraio 1999, un procedimento di indagine approfondita nei confronti dei 6 progetti di aiuto. A fine maggio 1999, tre casi (tra cui Rivalta) hanno formato oggetto di una decisione di estensione del procedimento vertente sulla questione della necessità degli aiuti prospettati. Analoga decisione negativa è stata adottata dalla Commissione a fine dicembre 1999 in merito ad aiuti regionali in favore dello stabilimento Fiat Mirafiori Meccanica.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 12 luglio 2000. La Commissione ha deciso di chiudere la procedura da essa aperta ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti di aiuti delle autorità italiane a favore dell’impianto di assemblaggio Fiat Mirafiori Carrozzeria (Torino). Ritenendo l’aiuto regionale all’investimento di 2,9 milioni di euro (5,63 miliardi di ITL) non conforme alle norme di disciplina degli aiuti al settore automobilistico, essendone indimostrata la necessità e la proporzionalità, essa ne ha proibito la concessione. Ma per alcuni investimenti all’innovazione di 35,6 milioni di euro (69 miliardi di ITL) la concessione di un aiuto di intensità pari al 10 % lordo della loro entità era compatibile con il mercato comune ed essa ne ha dunque autorizzato la concessione per 3,56 milioni di euro.

 

Bruxelles, 12 luglio 2000

 

La Commissione adotta una decisione parzialmente negativa riguardo all’aiuto di Stato alla Fiat Mirafiori del luglio 1997

 

La Commissione europea ha deciso che il progetto di aiuto regionale a Fiat Mirafiori Carrozzeria è incompatibile con il mercato comune. Viceversa il progetto di aiuto all’innovazione è compatibile con il mercato comune ed è stato autorizzato fino ad un importo di 6,9 miliardi di ITL (3,5 milioni di €).

 

Fiat Mirafiori Carrozzeria è uno dei 6 progetti di aiuti di Stato in favore della Fiat notificati nel 1997 dal governo italiano alla Commissione. La Commissione ha già adottato due decisioni favorevoli nei casi di Fiat Termoli e Cassino, una decisione parzialmente negativa nel caso di Fiat Pomigliano e due decisioni negative nei casi di Fiat Mirafiori Meccanica e Fiat Rivalta.

 

Nel presente caso la finalità dell’aiuto consiste nell’assistere la Fiat in investimenti intesi a migliorare la gestione e l’organizzazione dello stabilimento di assemblaggio di Mirafiori, Torino, per la produzione di nuovi veicoli (la Marea, modello 188, e la Multipla). La Commissione, tuttavia, non è convinta che il progetto di aiuto regionale, di 5,63 miliardi di ITL (2,9 milioni di €), sia necessario alla realizzazione degli investimenti e, di conseguenza, al conseguimento degli obiettivi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del trattato. In particolare la Fiat aveva deciso di realizzare gli investimenti prima che Mirafiori divenisse un’area di intervento ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del trattato.

 

D’altro canto la Commissione ritiene che alcuni elementi del progetto notificato siano innovativi e pertanto ammissibili agli aiuti agli investimenti innovativi, e ha così autorizzato l’aiuto fino ad un importo di 6,9 miliardi di ITL (3,5 milioni di €).

 

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Adozione da parte della Commissione in data 19 luglio 2000. La Commissione ha deciso di avviare la procedura di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti di un aiuto alla ricerca di 16,67 milioni di euro (32,27 miliardi di ITL) destinato a un progetto sulla produzione di veicoli leggeri a favore della società IVECO (gruppo Fiat), specializzata nella produzione di veicoli commerciali. La Commissione dubita della sua compatibilità con la disciplina degli aiuti alla R&S, soprattutto della qualifica di ricerca precompetitiva/industriale del progetto, e dell’esistenza di un suo effetto d’incitamento.

 

Bruxelles, 19 luglio 2000

 

La Commissione avvia un procedimento di indagine sugli aiuti destinati a IVECO

 

La Commissione europea ha deciso di avviare un procedimento formale di indagine a norma dell’articolo 88, paragrafo 2 del trattato CE per valutare la compatibilità degli aiuti di Stato che le autorità italiane prevedono di concedere a IVECO per un progetto realizzato tra il 1994 e il 1999. Il caso riguarda aiuti alla ricerca e allo sviluppo nel settore automobilistico per un valore di 32,27 miliardi di ITL. La Commissione nutre dubbi sul fatto che il progetto vada considerato attività di sviluppo precompetitivo e ricerca industriale e che produca l’effetto di incentivazione previsto dalla normativa.

 

IVECO è una controllata del gruppo Fiat e produce veicoli commerciali. L’impresa sviluppa, produce e vende essenzialmente veicoli commerciali leggeri, autocarri, autobus e motori diesel con i marchi IVECO, Astra, IVECO-Ford Truck, IVECO Magirus e IVECO Pegaso. Nel 1998 ha prodotto 137 000 veicoli e 363 000 motori nei suoi 29 impianti di produzione, raggiungendo un fatturato di 12 874 miliardi di ITL (6,7 miliardi di EUR).

 

Il progetto notificato riguarda il rinnovo e l’espansione della gamma IVECO di veicoli commerciali leggeri, che corrisponde a circa il 20% del fatturato. A fronte di un valore nominale dei costi ammissibili è pari a 139,646 miliardi di ITL (su 214,48 miliardi di ITL di costi totali), le autorità italiane intendono concedere un finanziamento agevolato pari a 38,40 miliardi di ITL, corrispondente ad un valore nominale del contributo in conto interessi di 16,96 miliardi di ITL. Inoltre, è previsto un contributo a fondo perduto (conferimento di capitale) per 15,31 miliardi di ITL di valore nominale. Il valore nominale dell’aiuto è dunque nel complesso di 32,27 miliardi di ITL. Su questa base, l’intensità dell’aiuto sarebbe pari al 21,56%.

 

Lo scopo del progetto era produrre una serie di furgoni leggeri con PTT compreso tra le 2,8 e le 6,5 t. Trattandosi del settore automobilistico, gli aiuti di Stato devono rispettare la disciplina comunitaria specifica. Dato il tipo di investimento e di aiuto, tuttavia, il progetto deve essere valutato in base alla disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato alla ricerca e allo sviluppo. Nel valutare la compatibilità degli aiuti alla R&S, la Commissione dedica un’attenzione particolare ad aspetti quali il tipo di ricerca eseguita, i beneficiari dell’aiuto, l’accessibilità dei risultati, l’intensità prevista e l’effetto di incentivazione dell’aiuto. In base alla disciplina, inoltre, occorre distinguere tra ricerca fondamentale, ricerca industriale e attività di sviluppo precompetitivo.

 

Ad una prima valutazione del progetto notificato, la Commissione nutre dubbi essenzialmente sul fatto che il progetto vada considerato come attività di sviluppo precompetitivo e ricerca industriale e che produca l’effetto di incentivazione previsto dalla normativa. Se lo sviluppo di un nuovo modello o gamma di modelli fosse da considerarsi come ricerca industriale o attività di sviluppo precompetitivo, tutti i produttori di autoveicoli potrebbero richiedere aiuti alla R&S per ogni nuovo modello introdotto sul mercato. Inoltre, gli aiuti devono spingere le imprese a realizzare ricerche che non sarebbero state effettuate in assenza di aiuto o non avrebbero comunque potuto essere realizzate entro gli stessi limiti di tempo. Spetta dunque agli Stati membri dimostrare la necessità e l’effetto di incentivazione degli aiuti e provare che non si tratta semplicemente di aiuti al funzionamento.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 28 febbraio 2001. La Commissione ha deciso di chiudere la procedura che aveva aperto ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE e di non sollevare più obiezioni in relazione agli aiuti previsti per un importo di 40 milioni di euro (78 miliardi di ITL) a favore dell’impresa automobilistica Fiat Melfi – SATA, SpA, con sede a Melfi (Basilicata) e filiale della società Fiat Auto. La Commissione ha concluso che gli aiuti rispettavano le condizioni di compatibilità fissate dalla disciplina degli aiuti all’industria automobilistica, come pure quelle relative agli aiuti a finalità regionale in una regione ammissibile alla deroga prevista all’articolo 87, paragrafo 3, punto a), del trattato CE.

 

Bruxelles, 28 Febbraio 2001

 

La Commissione autorizza un aiuto in favore di Fiat per investimenti nell’Italia meridionale

 

La Commissione europea ha autorizzato un aiuto regionale agli investimenti di ITL 78 miliardi (€ 40 milioni) per la produzione del nuovo modello “Punto” presso lo stabilimento Fiat di Melfi (Italia meridionale). Al termine del procedimento formale di indagine avviato nel novembre 1999, la Commissione constata con soddisfazione che sono state rispettate le condizioni previste dalla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica.

 

Il beneficiario dell’aiuto proposto sarà Fiat Sata S.P.A. L’aiuto regionale all’investimento permetterà infatti alla società di modificare lo stabilimento di Melfi in modo da introdurvi la produzione del nuovo modello «Punto», grazie ad un investimento ammontante a ITL 436 miliardi tra il 1997 e il 2000. L’aiuto notificato, concesso in base alla Legge 488 già approvata dalla Commissione, assume la forma di una sovvenzione regionale di ITL 78 miliardi (€ 40 milioni).

 

L’investimento poteva essere realizzato alternativamente presso lo stabilimento del gruppo Fiat a Tichy, in Polonia, per un volume «mobile» di 400 autovetture/giorno. L’area di Melfi (Basilicata) è stata riconosciuta dalla Commissione come un’area assistita ex articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato in base alla Carta italiana degli aiuti regionali valida per il periodo 2000 2006, con un massimale di aiuto regionale del 35% equivalente sovvenzione netto (ESN).

 

La Commissione ha valutato la compatibilità dell’aiuto proposto con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica. Tenuto conto dei dubbi da essa espressi inizialmente al riguardo e per offrire alle autorità italiane e a tutti i terzi interessati la possibilità di presentare osservazioni, la Commissione, nel novembre 1999, aveva deciso di avviare il procedimento formale di indagine. Tuttavia non le erano pervenute osservazioni da terzi.

 

In base alla disciplina comunitaria succitata, la Commissione deve verificare che gli aiuti concessi all’industria automobilistica siano proporzionati all’entità dei problemi che devono contribuire a risolvere e che siano necessari alla realizzazione del progetto. Quanto al requisito della necessità dell’aiuto, il beneficiario dell’aiuto deve chiaramente dimostrare di possedere un’alternativa economicamente valida per l’ubicazione del suo progetto. La Commissione ha studiato la mobilità geografica del progetto e ritiene che lo stabilimento del gruppo Fiat di Tichy, in Polonia, rappresentasse un’alternativa valida.

 

Per valutare la proporzionalità dell’aiuto, era stata realizzata un’analisi costi­benefici. Quest’analisi costi-benefici raffronta i costi che un investitore sarebbe disposto a sostenere per realizzare il progetto nel sito prescelto rispetto ai costi di un progetto identico da realizzarsi in un sito alternativo. Nel caso specifico, l’analisi costi­benefici ha raffrontato i costi della realizzazione del progetto a Melfi con quelli analoghi presso lo stabilimento alternativo di Tichy, in Polonia.

 

Poiché l’intensità prevista dell’aiuto è inferiore sia al massimale di aiuto regionale che all’intensità di handicap regionale, ossia il costo supplementare per ubicare la produzione a Melfi anziché a Tichy/Polonia, la Commissione ha concluso che è stata rispettata la disciplina comunitaria degli aiuti all’industria automobilistica ed ha pertanto deciso di autorizzare l’aiuto in questione, giudicato compatibile con il trattato.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 6 giugno 2001. La Commissione chiuderà con una decisione negativa la procedura da essa aperta ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE e di proibire la concessione di un aiuto alla ricerca per la produzione di una nuova gamma di furgoni a favore della società IVECO, filiale del gruppo Fiat, specializzata nella produzione di veicoli commerciali. La Commissione ritiene manchi all’aiuto l’effetto incitatore e che sia perciò incompatibile con il mercato comune, non rispettando le norme della disciplina degli aiuti alla ricerca e allo sviluppo.

 

Bruxelles, 6 giugno 2001

 

La Commissione adotta una decisione negativa sull’aiuto di Stato in favore di IVECO

 

La Commissione europea ha deciso che il progetto di aiuto alla ricerca e sviluppo in favore di IVECO S.p.A. è incompatibile con il mercato comune. Dopo un’indagine approfondita la Commissione ha infatti concluso che l’aiuto non era necessario per lo sviluppo di una nuova gamma di furgoni leggeri.

 

IVECO S.p.A. è una controllata del gruppo Fiat che progetta, fabbrica e vende essenzialmente veicoli commerciali leggeri, autocarri, autobus e motori diesel. Nel novembre 1999 le autorità italiane hanno notificato alla Commissione un progetto di aiuto di 16 milioni di € in valore nominale a fronte di un progetto di investimenti di 111 milioni di € per il rinnovo e l’espansione della gamma di furgoni leggeri di IVECO. L’obiettivo del progetto consisteva nello sviluppo di un nuovo “sistema di veicolo” per la gamma S 2000. Il progetto è stato realizzato nel periodo 1994-1999.

 

Al termine di un’indagine approfondita la Commissione ha concluso che l’aiuto prospettato in favore di IVECO non era necessario alla società per sviluppare una nuova gamma di furgoni leggeri. Benché il progetto consentisse di ottenere un prodotto migliore rispetto al precedente modello, il carattere innovativo dell’investimento si limitava a quanto è normale nell’industria automobilistica nel contesto della progettazione e lancio di nuovi modelli. Infatti tali programmi sono realizzati periodicamente nel quadro delle normali attività dell’impresa e quindi sono da considerarsi normali operazioni correnti. Inoltre, le attività di ricerca e sviluppo di IVECO non erano aumentate sostanzialmente per effetto del progetto ed erano analoghe a quelle di altri costruttori automobilistici.

 

La Commissione tradizionalmente assume un atteggiamento favorevole nei confronti degli aiuti alla ricerca e sviluppo; ciò nonostante deve accertarsi che il rischio di distorsioni indebite della concorrenza provocate dall’aiuto di Stato sia minimo. In base alle regole applicabili agli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo, tali aiuti possono essere concessi qualora contribuiscano ad incentivare le imprese ad intraprendere attività di ricerca e sviluppo supplementari rispetto alle loro attività correnti.

 

Se lo sviluppo di un nuovo modello o di una nuova gamma di modelli dovesse essere considerato come attività di ricerca sovvenzionabile, ogni costruttore automobilistico potrebbe chiedere un aiuto alla ricerca e sviluppo per ciascun modello nuovo immesso sul mercato. In tal caso l’aiuto pubblico diventerebbe semplicemente un aiuto al funzionamento e non conseguirebbe lo scopo di indurre le imprese ad intraprendere attività di ricerca che altrimenti non avrebbero svolto.

 

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Adozione da parte della Commissione in data 20 dicembre 2001. La Commissione avvierà la procedura formale d’esame degli aiuti di Stato di cui all’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE nei confronti dell’aiuto proposto a Iveco per la sua fabbrica di Foggia. Iveco filiale di Fiat, produce veicoli commerciali leggeri, autocarri, autobus e motori diesel. L’aiuto, di 109 milioni di euro (prezzo del 2000), sovvenzionerebbe un progetto di produzione di una nuova famiglia di motori diesel. In base alle informazioni fornite dalle autorità italiane in occasione della notifica, la Commissione non ha potuto stabilire se il progetto rispettasse la disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato nel settore automobilistico e dubita che l’aiuto proposto sia compatibile con il mercato comune.

 

Bruxelles, 20 dicembre 2001

 

La Commissione avvia un’indagine sul progetto di aiuto italiano in favore dello stabilimento Iveco di Foggia

 

La Commissione europea ha deciso di avviare un procedimento d’indagine approfondita su un aiuto di 122 milioni di euro destinato allo stabilimento Iveco di Foggia. A questo stadio la Commissione non è stata in grado di stabilire che l’aiuto progettato soddisfa i criteri previsti dalla disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato all’industria automobilistica ed ha chiesto all’Italia di trasmettere le sue eventuali osservazioni entro un mese.

 

Nel giugno 2001 l’Italia ha notificato un progetto di aiuto regionale dell’importo di 122 milioni di euro (equivalente a 109 milioni di euro ai prezzi 2000) per investimenti realizzati dall’Iveco nel suo stabilimento di fabbricazione di motori di Foggia. L’Iveco è una controllata del gruppo Fiat; progetta, fabbrica e vende principalmente autoveicoli commerciali leggeri, autocarri, autobus e motori diesel. Foggia si trova nella Puglia, regione dell’Italia meridionale che beneficia della deroga per gli aiuti regionali di cui all’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato, dove possono essere accordati, a determinate condizioni per il periodo 2000-2006, aiuti agli investimenti fino al 35%.

 

Nel 2000 l’Iveco ha prodotto 458 000 motori, 290 000 dei quali a Foggia. Il progetto notificato comporta investimenti per 323,27 milioni di euro nel periodo 2000-2003 e riguarda la produzione di una nuova famiglia di motori diesel, denominata F1 nello stabilimento di Foggia. La capacità totale dello stabilimento rimarrà costante.

 

Le autorità italiane sostengono che inizialmente Iveco aveva scelto per l’investimento il sito polacco di Bielsko Biala invece di Foggia. È stata pertanto effettuata un’analisi costi/benefici, comparando il costo dei siti alternativi ed è stato stabilito che Bielsko Biala comportava un vantaggio comparativo del 45,72%, ritenuto più che sufficiente a giustificare l’intensità di aiuto notificata per Foggia del 35,76%. Tuttavia l’analisi costi/benefici non prova a questo stadio il suddetto svantaggio di costo per Foggia rispetto a Bielsko Biala.

 

La Commissione considera che prima di poter raggiungere una decisione finale, siano necessari ulteriori chiarimenti concernenti, fra, l’altro l’ammontare degli investimenti ammissibili agli aiuti, le spese d’investimento per macchinari ed impianti più elevate a Foggia, il calcolo dei costi di trasporto all’estero, il calcolo dei costi della manodopera necessaria e l’incidenza dei costi dei potenziali licenziamenti a Foggia, se il sito non fosse scelto per la nuova linea di produzione.

 

Sulla base delle informazioni attualmente in possesso della Commissione l’aiuto in questione non sembra poter beneficiare di una deroga. La Commissione ha quindi deciso di avviare un’indagine approfondita e ha chiesto all’Italia di fornire entro un mese tutte le informazioni necessarie all’esame del caso.

 

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Bruxelles, 2 ottobre 2002

 

La Commissione autorizza un aiuto in favore di Iveco per investimenti da realizzare in Italia

 

La Commissione europea ha autorizzato l’Italia a concedere 121 milioni di € a titolo di aiuto regionale all’investimento in favore dello stabilimento Iveco di Foggia (Puglia) per finanziare un investimento volto alla produzione di nuovi motori diesel. La decisione è stata adottata al termine di un’indagine formale da cui è emerso che l’aiuto in questione era giustificato e commisurato. Non sono pervenute osservazioni né denunce da parte di terzi interessati.

 

Il beneficiario dell’aiuto proposto è la Iveco SpA, che produce motori, veicoli commerciali leggeri ed autocarri ed appartiene al gruppo Fiat. La sovvenzione regionale all’investimento consentirà ad Iveco d’installare una nuova linea di produzione per una nuova famiglia di motori diesel denominata F1 e destinata ad attrezzare veicoli commerciali leggeri, presso lo stabilimento della società a Foggia (Puglia).

 

Il progetto esaminato dalla Commissione comporta un investimento di 323 milioni di € da realizzare tra il 2000 e il 2003, di cui 121 milioni sono coperti dal contributo. La regione Puglia è riconosciuta dalla Commissione come una regione assistita ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato in base alla carta degli aiuti regionali dell’Italia per il periodo 2000-2006, e quindi può beneficiare di un massimale di aiuto regionale del 35% ESN (al netto di tasse).

 

La Commissione inizialmente aveva espresso dubbi sulla compatibilità dell’aiuto con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato all’industria automobilistica del 1997 e aveva avviato un procedimento d’indagine formale per poter dare alle autorità italiane nonché a tutti i terzi interessati la possibilità di presentare osservazioni. La Commissione non ha ricevuto alcuna osservazione da parte di terzi.

 

In base alla disciplina comunitaria di aiuti di Stato all’industria automobilistica, la Commissione deve accertarsi che gli aiuti concessi in questo settore siano necessari alla realizzazione del progetto nella località interessata e siano commisurati agli svantaggi individuati nella regione rispetto ad una località d’investimento alternativa.

 

Quanto alla necessità dell’aiuto, la società beneficiaria deve dimostrare chiaramente di possedere un’alternativa economicamente valida per l’ubicazione del progetto. La Commissione ha valutato la mobilità geografica del progetto e ritiene che lo stabilimento Bielsko Biala, del gruppo Fiat, in Polonia avrebbe potuto ospitare il progetto e quindi Iveco ha effettivamente potuto scegliere di realizzare l’investimento presso il sito alternativo.

 

Per valutare la proporzionalità dell’aiuto, è stata realizzata un’analisi costi/benefici. L’analisi costi/benefici ha raffrontato i costi che Iveco sosterrà per realizzare l’investimento a Foggia con quelli relativi ad un progetto identico nella località alternativa di Bielsko Biala.

 

L’analisi costi/benefici ha dimostrato che i sovraccosti connessi alla localizzazione della produzione a Foggia anziché a Bielsko Biala sono superiori all’ammontare dell’aiuto proposto per il progetto. La Commissione ha quindi concluso che l’aiuto può essere approvato.

 

Nota agli editori

La Commissione recentemente ha anche approvato sovvenzioni per un certo numero di altri costruttori automobilistici tra cui Renault per lo stabilimento di Valladolid (Spagna), Vauxhall (Ellesmere Port, Regno Unito), Ford (Valenza, Spagna), e DaimlerChrisler (Kölleda, Germania).

 

L’attuale disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per l’industria automobilistica scade nel dicembre 2002. Dal 2004 l’industria automobilistica sarà integrata nella nuova disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti d’investimento che entrerà in vigore il 1° gennaio 2004. Le regole della nuova disciplina diventano più rigorose in funzione della dimensione dell’investimento. I progetti di dimensioni particolarmente grandi continueranno ad essere ammissibili ad aiuti di Stato, ma il massimale autorizzabile sarà inferiore a quello attuale.

 

Nel frattempo, nel 2003, al settore in questione saranno applicate regole transitorie molto semplici. Tali regole prevedono che i progetti nell’ambito dell’industria automobilistica potranno beneficiare di aiuti a concorrenza del 30% del massimale autorizzabile per ciascuna regione (anziché fino al 100% secondo le regole attualmente in vigore).

 

Aiuti di stato a Fiat per progetti formativi 2003-2007

Date of adoption of the decision: 17.9.2003

Member State: Italy

Aid No: N 322/03

Title: Fiat Auto and Comau training aid

Objective: Training aid

Aid intensity or amount: Training aid of EUR 38 239 650 in favour of Fiat Auto and training aid of EUR 5 537 573 in favour of Comau

Duration: 2003 to 2005

 

Date of adoption of the decision: 13 August 2004

Member State (Region): Italy

Aid No: N 236/04

Title: Modification of N322/03 – training aid to Fiat and Comau

Objective (sector): The training project is, according to the Italian authorities, an important mean not only for the accomplishment of the Fiat Group’s industrial plan, but also for the improvement of Fiat Group’s personnel’s employability. The projects’ goal is to develop competencies and know-how that can be employed not only within the group itself, but also in a wider context.

Legal basis (in original language): La base giuridica è costituita dall’articolo 9 della legge 19 luglio1993, n. 236: ‘Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione’ (ed inoltre l’Accordo quadro Fiat del dicembre 2002 e gli Accordi sindacali del 18 dicembre 2003).

Budget: The aid amount will be of € 5 132 970.

Aid intensity or amount: The aid intensity will be 33.7 % of the eligible costs for specific training (representing 15.9 % of the total training provided) and 58.6 % for general training.

Duration: The modified training plan will last from 2004 to 2006.

 

Date of adoption of the decision 13.6.2007

Reference number of the aid N 541/06

Member State Italy

Title (and/or name of the beneficiary) Aiuti destinati alla formazione a favore di Fiat Auto per il periodo 2006-2008

Legal basis Articolo 9 della legge N. 236 del 19.7.1993 «Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione»

Type of measure Individual aid

Objective Training

Form of aid Direct grant

Budget Overall budget: EUR 23,88 million

Intensity 70 %

Duration (period) 2007-2009

Economic sectors Motor vehicles

Name and address of the granting authority Ministero del Lavoro e della previdenza sociale

Other information Prolongation of aid approved with decision of 17 September 2003 in case N 322/03

 

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Bruxelles, 29 aprile 2009

 

Aiuti di Stato: la Commissione approva la concessione di aiuti a finalità regionale pari a 46 milioni di euro a Fiat per un progetto di investimento in Sicilia

 

Ai sensi delle disposizioni del trattato CE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha autorizzato aiuti per investimenti a finalità regionale pari a 46 milioni di euro, che le autorità italiane intendono concedere a Fiat per un progetto di investimento volto a produrre un nuovo modello di automobile in Sicilia. Gli investimenti previsti dal progetto serviranno ad ampliare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a modificare il processo di produzione e a diversificare la produzione. Gli investimenti dovrebbero permettere di salvaguardare i posti di lavoro esistenti nella regione. La misura risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 (vedi ) e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe in misura considerevole la sua capacità di produzione. Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza.

 

La Commissaria responsabile della concorrenza Neelie Kroes ha dichiarato: “In un momento così difficile è fondamentale salvaguardare i posti di lavoro esistenti, cosa che questo progetto di investimento farà in Sicilia senza distorcere indebitamente la concorrenza”.

 

Le autorità italiane intendono concedere a Fiat 46 milioni di euro di aiuti a finalità regionale per un progetto di investimento che ammonta complessivamente a 319 milioni di euro. Questo progetto di investimento permetterà a Fiat di produrre nello stabilimento di Termini Imerese una nuova vettura del marchio Lancia, che sostituirà l’attuale Lancia Ypsilon. Il progetto, che comprende l’ampliamento dello stabilimento esistente e un cambiamento fondamentale del processo di produzione, sarà attuato in Sicilia, una zona ammissibile agli aiuti a finalità regionale ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del trattato CE in quanto regione con un tenore di vita anormalmente basso e una grave forma di sottoccupazione.

 

Sebbene l’aiuto sia concesso nell’ambito di un regime di aiuti esistente, tenuto conto del suo importo elevato e dei notevoli costi di investimento la misura è stata notificata alla Commissione per una valutazione individuale e per autorizzazione.

 

La Commissione ha valutato la posizione di Fiat nei segmenti rilevanti del mercato automobilistico e ha riscontrato che l’aumento della quota di mercato e della capacità di Fiat derivante da questo progetto rimarrebbe al di sotto delle soglie previste dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale.

 

La versione non riservata della decisione sarà consultabile con il numero nel registro degli aiuti di Stato (State Aid Register sul sito della DG Concorrenza una volta risolte eventuali questioni di riservatezza. L’elenco delle ultime decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate nella Gazzetta ufficiale e su Internet è riportato nel bollettino elettronico State Aid Weekly e-News.