Nella rubrica Mercati Live! in formato video, segnaliamo da tempo come obiettivo al rialzo quota 6.000 prima e 6.090 dopo sul Dax30, ovvero l’indice tedesco (per i trader, è notevole l’importanza di questo indice in quanto è il più seguito in Europa con l’Eurostoxx50). Come livello sull’indice italiano, segnalavamo quota 22.900 e sull’indice francese CAC40 quota 3.970.
Ora che questi livelli sono stati raggiunti (e, a dire il vero, anche con una spinta rialzista più forte del previsto), ci può essere timore per uno storno violento a seguito delle prese di beneficio dei compratori che hanno fatto salire le quotazioni dei mercati finanziari delle ultime due settimane. Si sa che, più violento e rapido è il rialzo, più veloce sarà lo storno che ne segue per le prese di beneficio sulle posizioni rialziste.
Quindi in questo caso, visto che gli obiettivi di breve-medio periodo sono stati raggiunti, per capire i livelli futuri da tenere sotto controllo, siamo costretti ad analizzare un grafico di più lungo periodo.
Unendo i massimi del maggio 2007 a 44.576 punti con i minimi del marzo 2008 a 13.327, ci accorgiamo che l’indice italiano si trova sotto il 38.20% del ritracciamento di Fibonacci, livello che effettivamente è stato toccato nell’ottobre 2009 a 24.558 per poi iniziare un leggero storno “fisiologico”.
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Le considerazioni da fare sono molteplici, sia sotto l’aspetto tecnico ma anche macroeconomico: quanto il crollo dell’autunno 2008 è stato caratterizzato da motivi reali e in che percentuale invece, dal panic selling, ovvero dall’emotività dei traders e dalla paura del momento? Il rally che è in corso da 12 mesi ci fa capire che protagonista del crollo è stata la paura degli operatori e la seguente euforia ha fatto ridecollare le quotazioni (certo, importantissima la politica della Fed che ha immesso una grande liquidità nel sistema tramite strumenti creati ad hoc).
Logicamente, i mercati finanziari si muovono a seconda dell’andamento dell’economia reale, di certo non si può dire che rispetto ad un anno fa la situazione macro sia così migliorata, è certo però che la paura di un crollo sistemico non è ai livelli dell’autunno 2008, la volatilità delle quotazioni quindi è notevolmente diminuita anche se è ancora più alta rispetto ai livelli del periodo 2003-2007.
Stefano Gianti, s.gianti@cmcmarkets.com
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