Una guida regione per regione dei supermercati più a buon mercato. E’ quella realizzata da un’inchiesta di Altroconsumo, da cui risulta che il centro commerciale in assoluto meno costoso d’Italia è l’Esselunga di La Spezia. Ma anche facendo la spesa negli altri centri commerciali della provincia ligure è possibile risparmiare 1.322 euro l’anno sulla media nazionale. Battendo anche Genova, risparmiosa solo per modo di dire, in quanto è possibile ottenere solo un misero ribasso di 35 euro l’anno. Per i piemontesi invece i supermercati più consigliati sono quelli di Alessandria, con 731 euro sotto la media, e per i lombardi Mantova, scegliendo la quale è possibile tagliare il costo del carrello fino a 921 euro. In Veneto la città sottocosto per antonomasia è Verona (975 euro in meno della media), nel Friuli-Venezia Giulia Udine (781 euro) e in Trentino-Alto Adige Bolzano (148 euro). In Emilia-Romagna la palma del risparmio va a Bologna, con 912 euro. In Toscana invece il primo posto spetta a Pisa (1.212 euro), che ottiene anche la seconda posizione a livello nazionale, distanziata di poco da Firenze, al terzo posto in Italia, con 1.193 euro. Nel Lazio meglio scegliere Viterbo (439 euro), nelle Marche Pesaro (427 euro). Per i campani invece è possibile non spendere somme eccessive recandosi a Salerno (599 euro in meno della media), in Calabria a Cosenza (343), in Puglia a Bari (322), in Sicilia a Messina (333) e in Sardegna a Sassari (408).



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Più in generale, dalla ricerca di Altroconsumo emerge a sorpresa che i supermercati più costosi sono quelli del Sud Italia. Se infatti le dieci province più economiche sono tutte nel centro-nord, invece le tre città più care si trovano in Meridione: al primo posto Foggia, dove si spende 37 euro in più rispetto alla media, Palermo con 6 euro in più e con Trapani 26 euro in meno. Particolarmente penalizzati i siciliani: in tutte le città isolane considerate il carrello della spesa costa di più della media nazionale. Dalla ricerca emerge inoltre che la corsa dei prezzi, in particolare quella dei prodotti alimentari, iniziata nel 2007 e proseguita fino alla scorsa primavera, sembra essersi arrestata. E se la crisi ha indotto un maggior atteggiamento concorrenziale, ha anche ridotto i margini di convenienza, assottigliando le opportunità di risparmio. Sulle quali comunque incide soprattutto l’oculatezza nel scegliere prodotti e punti vendita più convenienti. Per le famiglie fedeli ai beni di marca, scegliere il supermercato meno caro può significare un risparmio annuo anche superiore ai mille euro. E la convenienza tra un negozio e l’altro varia anche del 40% nella stessa città. Per i prodotti di marca, il supermercato più conveniente è l’Esselunga, che però si trova soltanto al centro-nord. Nelle altre regioni sono gli iper i più convenienti: Panorama, Bennet, Iper, Carrefour, Auchan, Ipercoop e Leclerc Conad. Maglia nera invece alla Standa. Per chi vuole puntare sul low cost, sono invece gli hard discount i punti vendita più indicati: al primo posto Eurospin, seguita da In’s Discount, L.D., D-Più Discount, Penny e Lidl. Scegliere l’hard discount può permettere di risparmiare fino a 2.700 euro l’anno e addirittura 4mila euro rispetto ai prodotti di marca.



 

 

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Ma non è l’unico modo per acquistare a poco prezzo e in maniera intelligente. Il Codacons ha stilato un vero e proprio decalogo per l’acquisto di frutta e verdura: 1. rinviate l’acquisto e aspettate che la speculazione sul prodotto finisca; 2. lasciare le primizie sugli scaffali e scegliere frutta di stagione; 3. cambiare negozio per incentivare i punti vendita a offrire prezzi concorrenziali; 4. cambiare tipologia di esercizio commerciale; 5. comprare poco per volta; 6. acquistare frutta surgelata o in scatola, che spesso è meno soggetta a speculazioni; 7. comprare in periferia, fuori città o in campagna; 8. preferire i frutti del luogo e i prodotti della zona; 9. scegliere frutti non troppo maturi, né eccessivamente acerbi; 10. lavare accuratamente i frutti prima di metterli in tavola.



Altro grande alleato del risparmio è Internet. Per esempio sul sito Ultimoprezzo.com compaiono offerte e prodotti a sottocosto, con una particolare attenzione a computer, prodotti elettronici e televisori. Mentre il portale sfogliashopping.it offre informazioni anche su elettrodomestici, telefoni, musica e videogame.

Ma non tutti i prodotti incidono allo stesso modo sul budget familiare. Secondo l’ultimo rapporto Coop, dal titolo “Consumi e distribuzione. Assetti, dinamiche, previsioni”, le sigarette incidono sulla spesa di una famiglia media più di qualsiasi altro prodotto della grande distribuzione, cioè per il 2,09%. Più del doppio della frutta (0,9%) e superando pane (1,29%), pasta di semola (0,44%), periodici (0,71%) e tonno (0,41%). Anche se il rincaro più elevato negli ultimi dodici mesi è quello registrato dalla pasta di semola: ben l’11% in più. Ma costano sempre di più anche frutta e tonno (+6%) e i tabacchi (+5%), ma anche l’indispensabile acqua potabile (sempre +6%).

(Pietro Vernizzi)