Dobbiamo aiutare la Grecia prima che sia troppo tardi, prima che l’Unione europea sia costretta a dichiarare un clamoroso fallimento politico ancor prima che economico-finanziario. “Oggi ognuno sembra pensare a se stesso, dimenticando ancora una volta che il mondo è invece unico e costituisce una sola famiglia. Sarebbe dunque necessario concepire e realizzare politiche economiche di austerità, solidali e compatibili per l’intero sistema. Perché la solidarietà globale è necessaria in questo difficile momento di crisi. Proprio come quando brucia la casa del vicino e il vento soffia forte”.



Alle parole del Presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, che ha ripreso puntualmente il monito di Benedetto XVI, aggiungerei che l’Unione europea è l’unico motore possibile affinché tutto ciò avvenga. Non soltanto perché c’è davvero il rischio che la crisi della Grecia diventi la crisi dell’euro e questo diventi fattore di contagio per il resto del mondo. Non soltanto perché la scelta di far parte della zona euro è irrevocabile.



È una questione di credibilità politica, di realismo e di solidarietà. Ci definiamo Unione europea proprio perché siamo certi che la nostra forza sta nell’unità. E questa forza e questa unità non si dimostrano appena quando tutto va bene, quando si cresce, quando le vacche sono grasse.

Il ritratto migliore della situazione è arrivata dall’Italia e dal suo ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. “Alcuni Paesi grandi hanno il dovere di dimostrare di essere anche grandi Paesi. Lo spirito dell’Europa è sin dall’inizio quello di essere un’Unione sempre più stretta, e non un condominio da cui si entra e si esce.



Se intendi così la Costituzione europea, la sua norma base, il principio politico fondamentale è quello dell’Unione e questo dovrebbe essere il valore fondante di tutte le decisioni. Questo non significa che i costi li paga solo qualcuno e che chi provoca guai non debba sostenere i costi e ammettere le proprie colpe. Ma se è così, capisci che devi intervenire e soltanto dopo regolare i conti”.

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Il prestito coordinato tra Ue e Fondo Monetario Internazionale è ormai l’unica soluzione attuabile. Non c’è più spazio per il dibattito, ma soprattutto non c’è più tempo per un miracolo del mercato. Bisogna fare in fretta, prima che tutto vada a eclissarsi in un tremendo paradosso, ossia che l’Unione europea delle banche, delle multinazionali e della convenienza economica venga disintegrata da quello che è sempre stato il suo più grande vanto e che rischia di trasformarsi nel più grave peccato di presunzione della sua storia.