Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha negato ogni interferenza politica sul piano salva-euro. “Siamo accanitamente e totalmente indipendenti”, ha detto. È tuttavia evidente che i due membri tedeschi del consiglio della Bce hanno votato contro il piano: una rivelazione che potrebbe causare un catastrofico contraccolpo politico in Germania.
Alex Weber, super-intransigente capo della Bundesbank, ha dichiarato al Boersen-Zeitung che il piano di emergenza dello scorso fine settimana è stato un errore. “L’acquisto di obbligazioni governative pone rilevanti rischi di stabilità, ed è per questo che sono in disaccordo con questa parte della decisione del consiglio della Bce, perfino in questa situazione straordinaria” ha detto. Il rimprovero è devastante. La Bce deve infatti la propria autorità all’eredità e al prestigio della Bundesbank.
La Commissione Europea ha peggiorato la situazione annunciando la decisione nelle prime ore di lunedì mattina, prima che la Bce si fosse pronunciata, alimentando il sospetto che la misura monetaria fosse dettata dalle autorità politiche. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha ulteriormente fatto arrabbiare Berlino sostenendo che il 95% del piano di emergenza “shock and awe” da 1.000 miliardi di dollari fosse basato su una proposta francese.
Julian Callow, di Barclays Capital, descrive il voltafaccia come incredibile: “La Bce ha sconvolto la propria exit strategy. Sono stati sempre orgogliosi della loro trasparenza e coerenza, e ora hanno fatto questa improvvisa inversione di marcia”. La Bce ha detto che stava intervenendo in quei “segmenti di mercato che sono anomali”, quasi certamente comprando obbligazioni greche, portoghesi, irlandesi e spagnole. Sterilizzerà gli acquisti con altri mezzi, in modo che la mossa non aggiunga stimolo netto o metta a repentaglio la politica monetaria, almeno per ora.
Grazie al trading euforico, gli spread sul debito greco a 10 anni sono subito diminuiti di 467 punti base fino ad arrivare al 7,75%. In Portogallo, gli spread sono scesi di 163 punti fino al 4,62% e in Spagna di 51 punti fino al 3,92%.
Marco Annunziata, economista capo di UniCredit, ha detto che la Bce da sola sta alimentando il mercato, destando la preoccupazione che ogni ripresa avrà vita breve: “La riduzione degli spread finora è stata causata in gran parte dagli acquisti della Bce”.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA IL PULSANTE >> QUI SOTTO
Hans Redeker, attuale capo di Bnp Paribas, ha detto che la Cina e altre potenze emergenti hanno perso fiducia nell’amministrazione dell’Unione europea e hanno smesso di comprare obbligazioni del Club Med, lasciando l’euro vulnerabile a ulteriori vendite. La sua banca prevede la parità con il dollaro entro i primi mesi del 2011.
Marek Belka, capo delle operazioni europee del Fondo monetario internazionale, ha detto che la dimostrazione di forza finanziaria permette di prendere tempo, ma non risolve la profonda crisi strutturale dell’Unione economica e monetaria. “Può calmare i mercati per un po’. Chiaramente, non la considero una soluzione a lungo termine. È come la morfina che stabilizza un paziente, ma il vero farmaco e il vero trattamento devono ancora venire”, ha detto.
Recenti dati dell’Unione europea mostrano che il debito totale è al 224% del Pil in Grecia, al 272% in Spagna, al 309% in Irlanda e al 331% in Portogallo, tutti stati con una forte dipendenza da risorse finanziare esterne, che possono prosciugarsi in ogni momento. Questi paesi sono ora costretti ad applicare tagli, rischiando una depressione ancor più grave e una possibile trappola debito-deflazione.
I dettagli del piano di emergenza stanno diventando più chiari. L’Unione europea ha invocato la clausola “circostanze eccezionali” dell’Articolo 122 del Trattato di Lisbona per gonfiare il bilancio dei fondi di pagamento da 50 a 110 miliardi di euro. Per la prima volta, questi soldi possono essere usati per salvare i paesi della zona euro. Si tratta di “eurobond” sotto altro nome, che evocano l’incubo tedesco di un’Unione europea del debito.
L’Eurozona creerà un Special Purpose Vehicle (società a scopo specifico) capace di mobilitare ulteriori 440 miliardi. Su insistenza dei tedeschi, questo dovrà avvenire al di fuori delle istituzioni Ue, allo scopo di aggirare la legge europea sul “no bail-out”. La speranza è quella di evitare problemi nella Corte Costituzionale tedesca, anche se sicuramente il piano verrà in ogni caso messo in discussione.
Il Fmi aggiungerà a tutto questo altri 220 miliardi, portando il pacchetto a circa 750 miliardi di euro. Ulrich Leuchtmann, responsabile dell’ufficio valute di Commerzbank, ha detto che è tutt’altro che chiaro se gli stati dell’Ue possono mantenere le proprie promesse oppure no, dato che molti hanno propri problemi di debito: “Neanche l’intera Eurozona ha fondi sufficienti per occuparsi degli stati membri in difficoltà. Il volume dell’intervento sarà probabilmente molto minore di quello che le cifre ufficiali suggeriscono”.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA IL PULSANTE >> QUI SOTTO
La Bce ha resistito all’acquisto di obbligazioni statali dopo la crisi Lehman, sostenendo che un’azione del genere sarebbe equivalsa a una sovvenzione per gli stati con maggiore debito. E neppure ha fatto mistero del proprio sdegno verso il “quantitative easing” della Banca di Inghilterra e della Federal Reserve americana, vedendovi l’inizio di una scivolosa discesa verso la “monetizzazione” dei deficit. Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio della Bce, è arrivato a squalificare il “quantitative easing” come una politica inflativa, dicendo: “Non è quello che la gente in Europa vuole”.
L’improvviso cambio di strategia sarà uno shock per quelli che vedono nella Bce l’ultimo bastione di ortodossia in un mondo di eretici.
(© Telegraph)