Il prezzo dei carburanti continua a salire, gli ultimi ritocchi al rialzo dei prezzi ai distributori ha portato la benzina verde vicino a quota 1,44 euro al litro, mentre il gasolio è ormai a 1,28 euro al litro. Del resto gli ultimi dati Istat sull’andamento dell’indice dei prezzi dicono che ad aprile il prezzo della benzina è salito del 2,7% rispetto a marzo, mentre su base annua è stabile al +16,7%. Lentamente ci si sta avvicinando ai prezzi record dell’estate del 2008. Allora però il prezzo del petrolio viaggiava verso i 150 dollari al barile, mentre ora è a quota 86 dollari.



Come si spiega questo repentino aumento del prezzo di benzina e gasolio? Ne abbiamo parlato con Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, che circa due settimane fa ha raggiunto un’intesa con le compagnie petrolifere e le associazioni dei consumatori per cercare di risolvere il problema del caro benzina.



Ci può innanzitutto brevemente parlare di questo memorandum d’intesa?

Il ministero dello Sviluppo economico, in accordo con gli operatori del settore e le associazioni dei consumatori ha proposto un piano d’azione per una riforma strutturale del settore carburanti. Siamo in attesa di condividerlo anche con le Regioni, non appena verrà nominato il nuovo presidente della conferenza unificata Stato-Regioni.

Quali risultati si potranno raggiungere?

L’obiettivo del piano è quello di azzerare lo stacco esistente tra i prezzi dei carburanti praticati in Italia rispetto alla media dei paesi europei. Il piano d’azione prevede la fissazione di prezzi settimanali, la riduzione degli impianti di distribuzione, la selfizzazione fino all’80%, diffusione del non oil e liberalizzazione degli orari, incremento dell’utilizzo di carburanti ecocompatibili e installazione di sistemi di pagamento elettronico a costo zero.



Si può fare altro per ridurre il costo dei carburanti in Italia?

Al momento sono queste le proposte di prossima attuazione emerse dal tavolo istituito dal ministero dello Sviluppo economico e ampiamente condivise. Il tavolo continuerà a lavorare per proporre ulteriori iniziative relative ai diversi segmenti del settore.

Data la situazione, è ipotizzabile un altro “sconto” sui carburanti, come avvenuto in passato, da parte del Governo?

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Le misure proposte sono quelle al momento realizzabili. Ciò non toglie che il Governo cercherà altre soluzioni condivise per ottenere ulteriori riduzioni.

 

Perché in altri paesi europei i carburanti costano meno che in Italia?

 

L’Italia, al netto delle imposte, sconta comunque oneri maggiori dovuti a un sistema distributivo obsoleto e a una logistica complessa e insufficiente. È proprio su questa che andremo ad agire con le nostre azioni.

 

Col senno di poi, la liberalizzazione dei prezzi della benzina si può dire che sia stata una misura giusta?

 

La pianificazione dei prezzi è sempre stato un boomerang per le economie. L’Europa, infatti, ha tra i suoi principi fondanti la libera circolazione delle merci e quindi la liberalizzazione dei prezzi, anche dei carburanti, è ineludibile.

 

C’è chi punta il dito contro le compagnie petrolifere e chi contro la debolezza dell’euro nei confronti del dollaro. Secondo lei da cosa dipende il livello dei prezzi attuali dei carburanti, che paiono eccessivi rispetto alle quotazioni del petrolio?

 

Agganciare le problematiche monetarie all’eccessivo costo dei prezzi non è completamente corretto. Infatti anche in periodi di euro forte sono ugualmente emerse, mentre per quello che riguarda la forbice dei prezzi tra i carburanti rispetto al prezzo del barile è vero che il mercato sta portando sempre più a una differenziazione. Sarebbe quindi corretto, ma a livello mondiale e non nazionale, cercare di avere come riferimento per i prezzi non più il barile, materia prima non lavorata, ma un nuovo indice che possa fotografare meglio l’andamento mondiale dei prezzi.

 

(Lorenzo Torrisi)