Fiat di Pomigliano d’Arco, ore decisive per lo stabilimento. La Fiat ha convocato infatti per domani alle 14 a Roma i sindacati dei metalmeccanici sulla questione dell’impianto nel Napoletano. Ma la Fiom-Cgil ritiene però che «non sia possibile che quel testo venga firmato». Lo ha detto il segretario generale, Maurizio Landini, riferendosi all’accordo già siglato da altri sindacati sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco.
La Fiom ritiene infatti impossibile firmarlo perché «contiene profili di illegittimità». Su una convocazione del referendum sulla Fiat di Pomigliano, Landini dice che per la Fiom «è impossibile sottoporre al voto» accordi che violano i contratti e la Costituzione. Se la Fiat dovesse proseguire sulla propria strada confermando l’ipotesi di accordo presentata ai sindacati con le deroghe al contratto nazionale, la Fiom indirà otto ore di sciopero per il settore metalmeccanico il 25 giugno.
E sempre riferendosi alla Fiat di Pomigliano, secondo la Fiom la clausola sui provvedimenti disciplinari e i licenziamenti «è la più spregiudicata di tutto il documento Fiat». E’ quanto spiegato in un volantino consegnato ai rappresentanti del comitato centrale. «Il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione, diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento», osserva la Fiom.
Il riferimento è a quella parte del documento Fiat denominate «clausole integrative del contratto individuale di lavoro». Nella proposta di accordo su Pomigliano la Fiat prevede che «la violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell’accordo costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità, in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e ai licenziamenti per mancanze».
Anche sulla clausola di responsabilità, che nella proposta Fiat libera l’azienda da obblighi contrattuali in caso di mancato rispetto degli impegni assunti con l’accordo, secondo la Fiom «alla Fiat viene data totale discrezionalità per valutare se una qualsiasi iniziativa – dalla protesta allo sciopero – in contrasto con uno dei qualsiasi punti dell’accordo (carichi di lavoro, straordinari, gestione della forza lavoro) costituisce violazione dell’accordo stesso».
Secondo la Fiom, per raggiungere gli obiettivi del piano di rilancio di Pomigliano alla Fiat basterebbe applicare il contratto nazionale senza deroghe. Lo afferma all’unanimità il comitato centrale della Fiom-Cgil, proponendo alla Fiat di Pomigliano di «applicare il contratto di lavoro che permette all’azienda di produrre le 280mila auto all’anno e le 1.045 al giorno che sono gli obiettivi del piano che Marchionne vuole fare». Se la Fiat applicherà semplicemente il contratto nazionale, ha detto Landini, «la Fiom non metterà in campo nessuna opposizione».