A fare tornare la paura sui mercati europei, che hanno poi condizionato negativamente anche quello Usa, sono state anche le note della Fed che hanno accompagnato mercoledi’ la decisione di lasciare i tassi di interesse invariati: la crisi europea del debito sovrano rischia di danneggiare anche la crescita Usa. Segno tangibile di questo aumento delle tensioni sui mercati europei il balzo in avanti di cds e spread. I cds a cinque anni sui titoli di stato della Grecia hanno infatti superato i 1000 punti base. In netta crescita anche lo spread sul Bund tedesco, salito oltre l’8% dal 7,90% di mercoledi’. I timori legati all’evoluzione della crisi europea hanno impedito agli indici Usa di beneficiare dei dati macro positivi. Nel primo pomeriggio il Dipartimento del Lavoro Usa ha reso noto infatti che le richieste settimanali di disoccupazione sono scese di 19 mila unita’ a 457 mila unita’. Il dato e’ leggermente migliore delle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 460 mila unita’. Il Dipartimento del Commercio ha comunicato che gli ordini di beni durevoli hanno registrato un ribasso dell’1,1% nel mese di maggio, meglio comunque di quanto temuto. Il calo e’ stato infatti meno marcato delle aspettative degli economisti nell’ordine del -1,4%. Sul mercato pesa comunque anche il crollo delle vendite di nuove case registrato a maggio e reso noto mercoledi’, sul quale ha inciso la fine della campagna di incentivi statali. Il dollaro e’ tornato a premere con forza contro l’euro nella prima parte della seduta, giungendo fino a quota 1,2260 circa per poi scivolare nuovamente in area 1,238 e trascinandosi dietro anche il prezzo del petrolio (light crude a 76,80 dollari circa).
Osservando attentamente il grafico di lungo periodo notiamo 3 cose fondamentali: 1.non ci sono più max e min.crescenti;2.anche i volumi, che nel lungo periodo confermavano il trend positivo, stanno invertendo la rotta confermando il downtrend di breve(break out trendline rialzista OBV);3.probabile formazione testa e spalle ribassista. La situazione adesso si fa davvero difficile per il mercato. Se dovessimo assistere ad una continuazione dei prezzi sotto area 10.000 e 9.820, l’inversione del trend sarebbe confermata. Notiamo che anche le MM a 20 e 50 sono incrociate in posizione short.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA IL PULSANTE >> QUI SOTTO
S&P500
Anche per lo S&P500 la situazione è simile al DOW…..attenzione al break out area 1.043 e ad eventuale break out ribassista della trendline rialzista di OBV.
PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA IL PULSANTE >> QUI SOTTO
L’indice italiano, oramai da diversi mesi, si trova in un trend negativo abbastanza marcato evidenziando come per le difficoltà nell’area EURO, non abbia più seguito il rally positivo degli indici americano. Area 18.000 è sicuramente un supporto veramente importante sia psicologicamente ma anche tecnicamente. Per assistere ad una inversione di trend nel breve dovremmo aspettare il superamento di area 21,300 punti.