Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi riporta quanto chiesto dalla commissione UE di Bruxelles. L’Unione Europea vuole che l’Italia alzi l’età pensionistica delle donne a 65 anni, esattamente come gli uomini. Sacconi si trova in Cina, a Pechino, in missione con gli industriali italiani. “Ho ricevuto una lettera della commissario Ue, Vivivane Reding” ha detto Sacconi “che sostiene che, per adempiere alla sentenza della Corte di giustizia, si deve anticipare al 2012 il passaggio a 65 anni delle donne nel pubblico impiego. Ho chiesto di incontrarla lunedì a Lussemburgo, a margine della riunione dei ministri del Lavoro, per concordare in modo condiviso il percorso”. Sacconi ha aggiunto che “avevamo deciso di portare l’età delle donne a 65 anni nel 2018 per le pensioni di vecchiaia. Ci viene ora chiesto di anticipare questo percorso. Cercherò di discutere di questo con la commissaria perché è giusto dare alle donne il tempo per organizzarsi un percorso di vita”.



La Ue, come già aveva fatto nel 200 e nel 2009, torna alla carica con la sua richiesta di equiparare l’età pensionistica fra le donne e gli uomini italiani impiegati nel pubblico impiego. Minacciando questa volta sanzioni e deferimenti. Il termine ultimo fissato da Bruxelles è il 2012. Le donne, allo stato attuale, godono di un privilegio, potendo andare in pensione a 60 anni, piuttosto che a 65 come i colleghi maschi. E’ questo, come si commenta spesso, un retaggio della mentalità che vede la donna, per via del maggiore impegno casalingo oltre a quello lavorativo, subire maggiore stress quotidiano e dunque aver bisogno di andare in pensione in anticipo rispetto all’uomo.



 

– E anche dal fatto che, perdendo la donna diversi anni per via della maternità, non gli è permesso fare la stessa carriera dei maschi. Sostenitore della tesi che equipara uomini e donne è anche il ministro Brunetta. “Le donne dovranno in futuro andare in pensione a 65 anni. Cominciando da quelle che lavorano per la pubblica amministrazione”. Il sindacato, in particolare la CGIL, aveva minacciato il ministro di non provare nemmeno a portare avanti una tesi del genere. Altrettanto contrario alla proposta è il leghista Roberto Calderoli. Vedremo adesso dopo la “minaccia” della UE quali reazioni ci saranno nel mondo politico italiano.