L’Istat ha stilato la classifica delle città più care d’Italia. Da città a città, secondo l’Istat, il potere d’acquisto del medsimo stipendio, può subire variazioni significative.

L’Istat ha stilato, per la prima volta, la classifica delle città più care d’Italia: «È la prima volta che abbiamo un’idea solida dei differenziali nei livelli di prezzo tra i vari capoluoghi di regione e abbiamo un riscontro statistico su quanto sinora era solo una percezione e cioè che uno stesso stipendio compra differenti beni a Milano e a Palermo» ha spiegato Enrico Giovannini, presidente dell’Istat. L’indagine, realizzata assieme all’Unioncamere e all’istituto Tagliacarne è stata estesa a tutti i capitoli all’interno dei quali si articola la spesa per consumi. Secondo i dati dell’Istat, il potere di acquisto del medesimo stipendio, può subire significative variazioni da città a città. La più cara in assoluto è, dunque, Bolzano che secondo gli indici elaborati si trova a quota 105,69. Segue Bologna, sopra le media del 4,9 per cento e Milano (+4,7%). Tra le città meno care, ci sono Napoli – indice a 93,8, con prezzi inferiori alla media del 6,2% – Campobasso (-5,8 per cento) e Potenza (meno 5,3%).




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L’analisi dell’Istat permette di farsi un’idea,oltre che sul differente potere d’acquisto del medesimo stipendio, anche sui prezzi di molti servizi e beni materiali, che a seconda delle città subiscono variazioni significative. Napoli, per esempio, pur essendo la città italiana meno cara, ha prodotti assicurativi più costosi della media nazionale. Le città più care, per quanto riguarda i trasporti, sono Torino e Venezia mentre i servizi ricreativi più costosi sono quelli di Bologna, più cari del +7,2 per cento rispetto alla media nazionale.



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