Le compravendite di case esistenti negli Stati Uniti sono crollate a luglio ai minimi dal 1999. Secondo i dati comunicati dalla National Association of Realtors, le vendite di case esistenti sono scese a luglio del 27.3% a 3,83 milioni di unità, facendo segnare una performance peggiore alle stime degli analisti le cui previsioni erano per un calo del 13.4%. Il dato si inserisce un prolungato periodo di debolezza del mercato immobiliare americano, che aveva vissuto un periodo di apparente ripresa tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 sulla scorta degli incentivi fiscali concessi dal Governo per l’acquisto della prima casa.
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Il settore immobiliare è un vero “leading indicator” dell’economia ed è strettamente connesso alle aspettative di crescita dei consumatori minate in questi mesi da un mercato del lavoro che stenta a mostrare qualsiasi recupero degno di nota. Il numero dei sussidi per i nuovi disoccupati salito a 500 mila settimana scorsa aveva già contribuito a raffreddare i mercati azionari che durante l’estate avevano registrato un andamento stabile/positivo. Anche gli ultimi dati sulla spesa per costruzioni non sembrano incoraggianti. L’associazione dei cementieri americani (PCA – Portland Cement Association) settimana scorsa ha rivisto al ribasso le stime di crescita della spesa per costruzioni in Nord America dal 5% al 2.4%.