Alessandro Profumo si è dimesso dall’incarico di amministratore delegato di Unicredit. Ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione, senza aspettare il voto delle 18 di stasera per evitare spaccature e sapendo che i margini di manovra per ricucire con gli azionisti si era ormai ridotto a zero.

Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, si è dimesso. Lo ha fatto prima della discussione e del voto del consiglio di amministrazione previsto per le 18 di questa sera. L’ex ad ha inviato una lettera ai soci, evitando, pare, secondo un accordo stipulato con tra le parti, di andare al voto e spaccare così il consiglio. Secondo Profumo non ci sarebbe più stato alcun margine di manovra per evitare lo scontro. Ora le deleghe saranno assunte, con ogni probabilità dal presidente dell’istituto di credito Dieter Rampl. Manterrà, pare, il nuovo incarico ad interim, finché non sarò scelto un nuovo ad – con ogni probabilità una figura internazionale – tra una ristretta rosa di nomi.



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Alla base della decisione, il malumore tra i soci per non aver impedito agli investitori libici di assumere una quota di maggioranza all’interno della banca. In particolare, non avrebbe limitato la quota in portafoglio del fondo libico Lia (Lybian investment authority) che ha aumentato la sua partecipazione in Unicredit arrivando al 2,594% lo scorso 31 agosto (il 28 luglio scorso, l’autorità possedeva il 2,075% del capitale sociale dell’istituto). Sommato alla quota della Central Bank of Lybia, che detiene il 4,988%, la partecipazione degli investitori libici è arrivata, quindi, complessivamente, al 7,58%. Questa mattina, il titolo Unicredit, a Piazza Affari, era partito a -3,8%. In seguito, dopo le 10, il ribasso si era ridotto al 2,42% a 1,893 euro, e dopo le 11 a -1,13%.



 

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