“Che cosa accadrà adesso? La Fiom farà ricorso alla magistratura contro l’accordo di Mirafiori? Come farete a rappresentare i lavoratori nello stabilimento di Torino?” Sono le prime domande, quasi scontate, e allo stesso impietose, che si fanno a uno dei massimi rappresentanti della Fiom, Giorgio Airaudo, segretario nazionale e responsabile auto dei metalmeccanici della Cgil, dopo il lacerante referendum sull’accordo alla Fiat.
Giorgio Airaudo non si scompone tanto: “Guardi, abbiamo 700 iscritti in fabbrica e continuano ad aumentare. In più, dopo il risultato del referendum siamo circondati di simpatia da parte degli operai di Mirafiori. Non ci hanno fatto scomparire e di certo non scompariremo. Ma continueremo la nostra iniziativa sindacale con più forza di prima. Bisogna che si esca da certe mitologie. È probabile che per alcune questioni che riguardano la realtà del lavoro e i diritti dei lavoratori ci rivolgeremo anche alla magistratura. Intanto però prepariamo bene lo sciopero generale del 28 gennaio, che avrà un grande successo, una grande partecipazione. E questo lo possiamo garantire già ora guardando la mobilitazione che si sta preparando e il coinvolgimento degli operai di Mirafiori”.
Scusi Airaudo, ma si riuscirà a ricucire il rapporto con gli altri sindacati che hanno detto sì?
Ma il rapporto con gli altri sindacati c’è sempre stato e c’è ancora. Il problema è che su questo accordo loro erano d’accordo e noi non siamo d’accordo. Mi permetto di aggiungere solo una considerazione: noi non avremmo mai firmato un accordo che escludesse un altro sindacato, mentre loro l’hanno fatto. Dico questo solo per ragioni di chiarezza. non esistono tuttavia ragioni per non discutere, per non trattare insieme su altri punti importanti. Un fatto è certo: noi non siamo d’accordo con il modello americano che ci propone Marchionne nelle relazioni industriali. Ripeto modello americano, che non è neppure quello tedesco.
Marchionne intanto ha detto che ora il nuovo contratto andrà esteso a Melfi e Cassino.
Non sono affatto stupito di queste dichiarazioni. Questo manager della Fiat sta mettendo sotto stress tutto il Paese con le sue scelte ultimative. Sembra che stia giocando a poker con l’intero Paese. Ma quello che mi chiedo è: il nostro governo che cosa sta facendo? Sta a guardare e basta? Possibile che su una simile vicenda non senta l’esigenza di intervenire? Questo è uno degli aspetti più indisponenti e più inquietanti. Una vicenda come quella che riguarda la Fiat, la riorganizzazione del lavoro nel settore auto merita ben altra attenzione.
In un primo momento Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, aveva chiesto a voi della Fiom una “firma tecnica” sull’accordo in caso di vittoria del sì. Ora sembra aver cambiato idea. Per voi questo referendum è stata anche una sorta di “vittoria interna”?
Non la viviamo in questo modo. Esistono anche aspetti dialettici in un grande sindacato. Ed esistono fatti che poi portano a riflessioni come appunto Susanna Camusso ha fatto in questi giorni. Mi lasci dire che non esisterà mai una Fiom senza Cgil e una Cgil senza la Fiom. Questo è un problema che proprio non si pone.
Marchionne ha anche detto che intende arrivare alla partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda. Siete favorevoli?
Per il momento Marchionne ha tagliato il premio che doveva pagare a luglio. Se devo dirle la mia opinione sulla partecipazione agli utili, al momento sono scettico e preferirei soldi cash in busta paga.
Airaudo, le aggiungo questa considerazione di Marchionne: ha detto che la Fiom è riuscita a “costruire un capolavoro mediatico, mistificando la realtà”. Come risponde?
Mi scusi, ma a questo punto mi viene da ridere, anche se amaramente. Noi avremmo fatto una mistificazione mediatica? Ma Marchionne si dimentica di essere il proprietario de La Stampa e uno degli azionisti principali de Il Corriere della Sera? In questo caso quando si parla di mistificazione si fa solamente della propaganda e non proprio buona. Io penso che sia lui ad aver determinato tutta questa drammatizzazione creando delle mistificazioni.
Marchionne ha anche detto che non si spiega perché “negli Stati Uniti dicano che gli ho salvato la pelle e qui la pelle vogliano farmela”. Lei come se lo spiega?
Siamo ancora alla propaganda. E non mi faccia più commentare le dichiarazioni di Marchionne.
Come vi state preparando per lo sciopero del 28 gennaio, che tra l’altro ha raccolto il sostegno di Micromega?
Sarà un successo. Lo comprendiamo da molti segnali, come le ho detto all’inizio di questa chiacchierata.
(Gianluigi Da Rold)