È un brutto giovedì per piazza Affari e per tutte le Borse europee. Non si può parlare di un “giovedì nero”, perché nelle ultime sedute Milano aveva recuperato quasi un 20% rispetto a quello che aveva perduto dall’inizio del 2011. Ma certo c’è stata un’inversione di tendenza piuttosto brusca, fin dalla prima mattina, quando è uscito il bollettino mensile della Banca centrale europea.
In sostanza si ripete l’allarme lanciato dal presidente Jean Claude Trichet nell’audizione all’Europarlamento. I dati macroeconomici sono negativi, non segnalano una ripresa a breve termine. In secondo luogo esiste il problema della ricapitalizzazione delle banche, perché dopo le sofferenze greche, che gli altri istituti di credito subiranno, sarà inevitabile una nuova patrimonializzazione e soprattutto si dovrà scongiurare un secondo credit-crunch nel giro di tre anni, che taglierebbe letteralmente le gambe alle medie e piccole aziende.
Sono probabilmente i rendiconti della Grecia, quello che si può recuperare a breve e a lunga scadenza, la stessa percentuale del recupero, che determina la necessità di una ricapitalizzazione delle banche. La road-map che ha tracciato ieri il presidente della Commissione europea, Josè Barroso, deve ancora essere riempita di dettagli e non è semplice da realizzare, anche se ci dovrebbe essere l’impegno dell’“asse di fatto” di Francia e Germania, dopo il vertice di Berlino tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Da alcune indiscrezioni, si è saputo che nel processo di ricapitalizzazione delle banche i criteri di patrimonializzazione saranno molto severi, fissando il Tier 1 a quota 9. Ed è possibile che ci saranno altri stress-text da sostenere.
Di fronte a un simile scenario, il fatto che la Slovacchia abbia trovato l’accordo per appoggiare l’allargamento del Fondo salva-Stati assume quasi un significato grottesco. Ed è questa situazione, amplificata anche da fonti americane, che ha fatto oggi crollare i titoli bancari e assicurativi di tutte le banche europee. Lo spettacolare recupero di Unicredit nei giorni scorsi, risalito addirittura sopra l’euro, si è ridimensionato oggi con una perdita dell’11%, ritornando sotto la quotazione di un euro. Poi c’è l’implacabile Fitch che ha declassato una serie di banche inglesi. A questo si aggiunge una serie di prese di beneficio.
Tradotto in soldoni, la chiusura è stata segnata da un ribasso a piazza Affari che l’ha portata a essere la peggiore piazza europea e a farla ritornare sotto i 16mila punti guadagnati proprio negli ultimi due giorni. Il Ftse Mib alla fine ha perso il 3,71%. Hanno fatto meglio, ma in territorio negativo
Il Dax di Francoforte, sotto dell’1,59% e il Cac 40 francese in rosso del l’1,50%. Incerta al momento Wall Street con un Nasdaq sostanzialmente in pareggio e il Dow Jones in territorio negativo.