Piazza Affari non ha riguadagnato quello che ha perso ieri, ma il rialzo di fine settimana è comunque significativo. Se quindi si fa un bilancio delle ultime tre settimane, si può affermare che la Borsa di Milano è risalita di quasi un 10% complessivo rispetto alle perdite di inizio d’anno. Bene sono andate anche le altre Borse europee, a dimostrazione di una voglia di rischio ritrovata pur di fronte a dati macroeconomici sostanzialmente negativi o incerti, e a una confusione di dichiarazioni di politica economica in cui è difficile districarsi o comunque trovare il bandolo della matassa. Anche i dati che arrivano dall’America sono contradditori. Se i primi indicatori sulle vendite al dettaglio sono stati positivi, quasi superiori alle aspettative, dopo un’ora e mezza è arrivato l’indicatore della fiducia dei consumatori che ha di nuovo portato depressione.



La traccia delle Borse è precisa. Piazza Affari aveva raggiunto, a una certa ora, un rialzo del 3,7%, che avrebbe colmato la perdita del “giovedì brutto”. Poi è ridiscesa assestandosi su una chiusura in territorio positivo del 2,41% che la porta ben sopra della soglia dei 16mila punti. Il Dax di Francoforte e il Cac 40 francese chiudono con guadagni inferiori al punto percentuale. La Borsa spagnola, che in mattinata era in rosso dopo la sberla del downgrade arrivato da “Standard&Poor’s” si è ripresa nel pomeriggio realizzando uno 0,35% di guadagno. Se si guarda ai comparti, quello che oggi è andato meglio è quello industriale, ma ha tenuto anche quello bancario, praticamente il barometro, da tre mesi, del saliscendi dei mercati europei e non solo.



Ma a parte questi rendiconti settimanali (che vede in testa il Dax e subito dopo piazza Affari), c’è la confusione delle voci e delle dichiarazioni, ufficiose o ufficiali, sulla ricapitalizzazione delle banche europee. Il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Junker dice: “Non tutte le banche hanno bisogno di una ricapitalizzazione”. Ma l’altro Jean Claude, Trichet, il presidente della Banca centrale europea, ha lanciato ben due allarmi in settimana, prima con una audizione all’Europarlamento, poi nel bollettino mensile della Bce, dichiarando che gli indicatori economici non sono buoni e che la situazione delle banche è peggiorata negli ultimi quindici giorni e si deve pensare a una rapida ricapitalizzazione. Poi c’è la road-map tracciata da Josè Barroso, su cui tutti si stanno interrogando.



Infine c’è una fonte (Reuters) che parla dell’esistenza di un accordo di fondo tra tedeschi e francesi sulla salvezza dell’euro, ma ci sono altre voci che parlano di un contenzioso tra gli stessi tedeschi e francesi sul modo e i tempi di ricapitalizzazione delle banche. Il problema connesso è quello greco, dove c’è un altro contenzioso tra Bce e tedeschi. Se la Grecia si salva, come ormai pare, quanto costerà questa salvezza alle banche che hanno in portafoglio titoli greci in grande quantità?

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