Borse ancora prudenti e in attesa. Non potrebbe essere altrimenti, data la situazione che si sta vivendo in Europa. In più, il quadro politico italiano, con la lettera d’intenti che Silvio Berlusconi presenterà per ottenere una risposta positiva. Al momento i mercati rispondono con una seduta interlocutoria, in modesto territorio positivo, compensando in fondo le altrettanto modeste perdite di ieri. Pare una situazione di perfetto stallo, perché la scorsa settimana c’era un’attesa quasi febbrile per quello che avrebbe dovuto decidere l’Ecofin (previsto in un primo momento per venerdì 21 ottobre) e che poi avrebbe  dovuto essere ratificato dal summit europeo in pieno weekend.



Il weekend è passato, un’altra riunione dell’Ecofin (prevista per oggi) è saltata, e ormai, con una genericità degna di miglior causa, si parla di risoluzioni, decisioni, linee direttive (senza “dettagli”, s’intende) che dovrebbero essere promosse nel giro di 48 ore. Ora, anche l’attesa febbrile si è quasi stemperata in una sorta di incertezza rassegnata. I problemi sono ancora tutti sul tappeto e se l’Italia, in questo momento, non gode certo di popolarità in Europa, non è che Francia e Germania stiano brillando per concordia e decisionismo. Si dovrebbe andare a riguardare l’audizione all’Europarlamento dell’ex presidente della Bce, Jean Claude Trichet, fatta due settimane fa, quando parlava di tempi ristretti, addirittura di “minuti contati” per affrontare e risolvere la difficile situazione. Siamo ormai a fine ottobre e l’Europa resta sempre ai blocchi di partenza.



Soprattutto la Francia appare fragile, con le sue banche esposte per il “caso greco”, che è sempre al centro di una trattativa: quanto devono perdere le banche che hanno in portafoglio i titoli di Atene? Qui si innesta il discorso del rafforzamento dell’Efsf, cioè il Fondo salva-Stati, il cui funzionamento, se limitato all’acquisto di titoli oppure alla ricapitalizazzione delle banche, spacca in due l’asse-di fatto tra Parigi e Berlino.

Per quanto riguarda l’Italia vale la pena di ricordare le parole di Mario Draghi, le ultime come Governatore della Banca d’Italia, pronunciate alla Giornata mondiale del Risparmio. Le parole di Draghi non sono incoraggianti: “L’Italia che non aveva nulla da rimproverarsi sulle ragioni della crisi è stata travolta per le sue debolezze strutturali al punto da trovarsi essa stessa ragione della crisi generale. Bisogna riconoscere i propri nodi e non sperare negli altri. Bisogna affidarsi a se stessi per salvarsi in Europa”.



Nel commiato Draghi ha aggiunto: “ Sei anni fa la situazione era ben diversa, anche se la compiacenza generale e un apprezzamento generale per la finanza avevano fatto dimenticare le difficoltà che già erano presenti. Ora lascio in un periodo confuso e drammatico per il fronte italiano, europeo, internazionale e politico”. Un commiato da brividi.

Intanto, al momento, il Ftse Mib di piazza Affari segna un recupero dell’1,5%, del Dax tedesco che segna un +1%  e del Cac 40 francese in territorio positivo dell’1,2%. Con Wall Street che parte in rialzo.

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