Mediobanca tiene la sua assemblea annuale, rituale, quasi sempre il 28 ottobre, ricorrenza della “marcia su Roma” del fascismo. La data fu voluta dai “padri putativi” della maggior banca d’affari italiana, per contestare una ricorrenza che detestavano. L’ombra di quei “padri putativi” sembra tuttavia smarrita oggi, anche se c’è un fiorire di ricordi dei “banchieri umanisti”. Il gruppo Rcs-Corriere della Sera (società controllata anche da Mediobanca), nei giorni scorsi, ha dedicato una giornata persino al quasi dimenticato Raffaele Mattioli, presidente della Banca Commerciale Italiana, che volle a tutti i costi la nascita di Mediobanca.
Forse in tutto questo c’è una sorta di riflesso condizionato, vista l’attuale conduzione delle banche rispetto al passato. Naturalmente nell’assemblea annuale non sono emersi grandi problemi. Il management di Renato Pagliaro e Alberto Nagel resta saldamente in sella ed esercita la sua autonomia. Anche se i conti non vanno più bene, c’è la crisi finanziaria mondiale che giustifica il tutto. Nel terzo trimestre gli utili di piazzetta Cuccia registrano un calo del 55 per cento, che è appunto giustificato dalla crisi e dalla questione dei titoli greci, che pure Mediobanca aveva in portafoglio.
Nella sua relazione Alberto Nagel, l’amministratore delegato di piazzetta Cuccia, ha poi fatto l’elenco delle cose positive e della strategia di Mediobanca. Ha detto che “Che Banca” avrà una centralità maggiore e ha specificato: «Unicredit e Mediolanum sono competitor di “Che Banca”, ma la politica commerciale di “Che Banca” si fa nel Cda di “Che Banca” che sono separati da quella della capogruppo. E fra i maggiori sponsor di “Che Banca” ci sono Ennio Doris (Mediolanum) e Dieter Rampl (Unicredit)». Mediobanca continuerà a crescere all’estero nel Corporate ed Investment Banking, guardando con attenzione a «Cina e Turchia». In sostanza centralità nel settore retail (“Che banca”), crescita all’estero e sviluppo del credito al consumo. Quindi una specificazione dell’amministratore delegato su Bpm: «Sono fantasie che Mediobanca abbia chiamato nuovi investitori in Bpm». E ha aggiunto: «È stata Bpm a tenere rapporti con gli investitori».
C’è spazio anche per i dati positivi sulle partecipazioni. Alberto Nagel ha precisato che nel trimestre c’è stato un utile netto di 64 milioni di euro, in crescita rispetto ai 51 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Ma raccomandazioni sono state fatte per Rcs, dove serve l’impegno di tutti, perché il settore in cui opera la società, in questo contesto, «richiede uno sforzo particolare, anche del primo azionista». Ci sono anche possibili soluzioni nuove per Telecom. Telecom Italia può essere valorizzata anche in operazioni straordinarie di fusioni o di acquisizioni, ha detto sostanzialmente Nagel.
In conclusione una normale e rituale assemblea attuale, che ha visto l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ha battuto l’economista-giornalista Francesco Giavazzi, il candidato dei fondi. Quanto agli equilibri interni a piazzetta Cuccia tutto sembra, apparentemente, tranquillo.