La Borsa passa da un venerdì all’altro, in un saliscendi incredibile, quasi una perfetta metafora delle montagne russe. Venerdì 23 settembre, verso la quattro del pomeriggio, piazza Affari e le altre Borse europee, che scendevano da giorni, hanno cominciato a risalire. Sulla base di dichiarazioni sul salvataggio della Grecia, di difesa dell’euro anche da parte dei tedeschi e soprattutto su una voce riportata dalla stampa inglese circa un presunto intervento di tremila miliardi di euro per ricapitalizzare le banche e allargare il Fondo sala-Stati, i mercati hanno cambiato rotta e imboccato cinque sedute di fila con segno positivo.
L’ottima settimana a cavallo di settembre e di ottobre si è interrotta venerdì scorso, quando, nonostante il Bundestag avesse approvato l’allargamento del Fondo salva-Stati di 440 miliardi di euro e Angela Merkel si fosse incontrata con il premier Georges Papandreou, all’insegna dell’amicizia e della difesa dell’europeismo, la Borse hanno ricominciato a discendere e ad andare in territorio negativo.
Stamattina l’apertura è stata da choc, con Milano sul meno 3% e il Dax di Francoforte addirittura sotto del 5%. Il Cac 40 parigino si collocava alla metà tra la perdita della Borsa italiana e di quella tedesca. Per tutta la mattinata i mercati sono stati in territorio negativo. Alle 12:30 Milano era in rosso dell’1,54%. Cioè ritracciava sulle perdite e sulla stessa lunghezza d’onda del ritracciamento c’era la Borsa tedesca, al meno 2,5%, e quella francese al meno 2,4%.
Gli analisti si interrogano sulle cause di questa inversione di rotta in sette giorni. Ma le risposte sembrano più semplici di quello che si possa immaginare. Se è stato positivo il voto del Bundestag, c’è anche da tener presente che l’allargamento di 440 miliardi non è il grande intervento dei tremila miliardi che hanno rappresentato una sorta di suggestione, durata prima per un weekend e poi per quasi un’intera settimana. Diciamo pure che i mercati sono ritornati con “i piedi per terra” e hanno visto che tutti i problemi sono ancora sul tappeto, sono ancora da risolvere.
C’è un problema del ruolo della banca che sta ritornando d’attualità, perché dopo gli interventi del 2008, malgrado le iniezioni di liquidità, i problemi della “banca universale” non sono stati risolti. Non sarà un caso che si parli ancora di ricapitalizzazione, di bilanci più chiari e che sia sempre il settore bancario e finanziario (così anche oggi) a trascinare i listini al ribasso o al rialzo.
C’è poi il problema della Grecia, dove la cosiddetta “troika” ispettiva, sta rifacendo i calcoli e, secondo indiscrezioni, si prospetta un debito al 170% del Pil. Le dichiarazioni di europeismo, di salvezza dell’eurozona, di Grecia nell’euro durano lo spazio di un mattino di fronte a dei conti e a dei numeri impietosi.
E mentre Wall Street parte in rosso, Milano segna un calo dell’1,6%, Francoforte segna un -2,9% e Parigi un -2,4%.