Basta, fine delle suggestioni sui mercati. Fine del sogno di un intervento da tremila miliardi di euro. Il caso della Grecia sembra a un passo dalla soluzione, non si sa bene quale: default semplice o default pilotato. Ma che “bagno di sangue” in denaro ci sia, sembra quasi scontato. Poi dovrebbe esserci un ripensamento europeista che, per ora, si vede solo nella dichiarazioni più che ufficiali, di facciata.
Oggi il presidente francese Nicolas Srkozy ha dichiarato che se fallisce la Grecia, fallisce anche l’euro. Traduzione della dichiarazione che ha mille aspetti di ambiguità: se la Grecia fallisce le banche francesi saltano per aria. Societe Generale, a quanto si dice, sta trattando per un rientro dalle banche greche. I termini della negoziazione non si conoscono, ma sembrano pesantissimi, con una parte in cash da brividi rispetto all’esposizione e rientri nel tempo sino a quindici o venti anni. Non è escluso che la stessa cosa stiano facendo altre banche, francesi e tedesche. Nel preventivo di bilancio è evidente che il rosso, o la perdita, diventa ragguardevole.
Intanto la “troika”, che ha raggiunto a fatica i ministeri ateniesi, perché il traffico è bloccato da giorni, sembra che stimi il debito greco al 170% del Pil. Tutti i calcoli, se così stanno le cose, vanno a carte e quarantotto e gli aiuti scaglionati devono essere tutti rivisti. I mercati hanno percepito al volo questa situazione. Sono andati avanti per una settimana, godendosi un voto del Bundenstag e tante dichiarazioni ufficiali di “aiuti, europeismo, difesa dell’eurozona e dell’euro”, poi hanno ripiegato in negativo sino da venerdì pomeriggio.
Oggi, all’inizio della prima settimana di ottobre, l’apertura è stata quasi scioccante, con un indice di volatilità altissimo e perdite pesantissime: -3% piazza Affari, -5% Francoforte, -4% Parigi. E gli altri a fare da contorno in territorio negativo. Durante la giornata le Borse hanno ritracciato, limitando le perdite, ma restando sempre in territorio negativo. Se si guardano i listini di tutte le Borse europee spiccano i segni negativi del comparto bancario e finanziario. Segno evidente che il male maggiore sta ancora negli istituti di credito. Per l’Italia c’è in più il dato negativo, pesante, della Fiat.
La situazione americana, oggi, sembra leggermente migliore. Al momento Wall Street è in territorio negativo di pochi decimali, ma è stata anche in territorio positivo e non è escluso che nel corso della seduta possa ritornarvi. Un piccolo soffio di ottimismo viene dai dati sul manifatturiero che sono risultati migliori delle attese.
In conclusione, la prima settimana d’ottobre presenta soprattutto in Europa un quadro di incertezza generale inquietante. Alla chiusura, il Ftse Mib segna un -1,3% (14600 punti circa). Il Dax di Francoforte perde il 2,2% e il Cac 40 francese è in rosso dell’1,8%.