Moody’s declassa l’Italia di tre livelli e piazza Affari, quasi come in un riflesso di orgoglio, apre subito bene. Ritraccia verso il basso alle 11:30, ma poi si riprende e il Ftse Mib sale di oltre il 2%. Milano non è una “mosca bianca”, la ripresa dei mercati avviene in tutta Europa. Ci sono molte notizie da interpretare e alcune considerazioni da fare dietro a questa buona apertura e a questo buon risultato di mezza giornata.
Innanzitutto, ieri Wall Street ha chiuso bene. Le parole di Ben Bernanke, di nuovi supporti e interventi della Fed, non sono state recepite subito, non hanno avuto un impatto quindi sui mercati europei. Ma poi la Borsa americana ha chiuso bene. In Europa i problemi sono principalmente due: la Grecia e il nodo della ricapitalizzazione delle banche. Nonostante il Governo di Atene si ritrovi di fronte a uno sciopero generale, in un Paese in completo subbuglio per gli sforzi che deve affrontare, questa mattina, per la prima volta, la “troika” che ispeziona i conti greci è stata ottimista sulla sesta tranche di aiuti. È come se si fosse aperto uno spiraglio in una situazione che ha sullo sfondo un default, pilotato o meno. Ma il fatto che occorre prendere in considerazione (ed è questo il ragionamento che stanno probabilmente facendo i mercati) è che l’impegno della Comunità europea e degli organismi internazionali esiste più concretamente di prima. Un segnale di volontà politica, un tentativo per non espellere la Grecia dall’eurozona.
Il secondo elemento critico, che ormai da settimane è sotto attenzione, è la ricapitalizzazione delle banche europee, con un caso molto problematico come quello del colosso franco-belga Dexia, esposto sui titoli greci e impantanato nel rifinanziamento in dollari sul mercato americano. Ieri Dexia è andata sotto del 20%, ma nel corso della giornata è arrivata a perdere il 37% e la battuta degli operatori è stata subito brutale: “Un morto che cammina”. Su Dexia c’è ora l’impegno della Francia (si parla anche di nazionalizzazione) e la stretta sorveglianza della Bce. Alla fine, la scelta inglese del 2008 di nazionalizzare otto grandi banche non era del tutto campata per aria. In più c’è da considerare che sia gli interventi americani che quelli europei in arrivo sembrano circoscritti a una nuova iniezione di liquidità.
C’è attesa per la riunione del board della Bce domani e si pensa che Jean Claude Trichet dovrebbe annunciare una riduzione del tasso di interesse. Del resto sembra una strada obbligata senza autentiche riforme del sistema finanziario mondiale. Il Fondo monetario internazionale non ha sfornato un rapporto consolante.
Tutti parlano di un rilancio della crescita, ma nelle condizioni in cui si trova oggi l’Occidente non si sa proprio da dove possa arrivare una spinta per la crescita. Riepilogando i dati dei mercati più importanti a metà giornata: Ftse Mib a +2,4%; il Dax tedesco guadagna il 3,6%; il Cac 40 è in territorio positivo del 2,9%. E Wall Street ha cominciato la seduta in rosso.