Una seduta contrastata a piazza Affari così come sugli altri mercati europei. Le Borse aprono quasi tutte in bilico tra pochi decimali di perdita o di guadagno. La settimana che si chiude, tranne il lunedì e il martedì, è stata buona, rispetto al quadro economico fornito dai declassamenti di Moody’s, ma anche dai dati macroeconomici. E in più non arrivano novità sostanziali. La questione greca resta aperta, con solo un cenno di speranza  fornito dalla “troika”: “Alla fine riusciremo a trovare una soluzione”. Ma intanto il Paese è quasi bloccato e  l’entità del debito e delle manovre di risanamento sembrano di portata quasi  insolubile. È probabile che si arrivi a una moratoria del debito e quindi a un rientro lungo con recuperi  a dieci o a quindici anni.



Questi sono i calcoli che stanno facendo le banche francesi, ma la situazione non è certo diversa anche per le banche tedesche. Sono proprio francesi  e tedeschi i  più esposti sui titoli della Grecia.  Ma sono sempre tedeschi e francesi che non trovano un accordo sul piano di ricapitalizzazione delle banche europee. Tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ci son differenze di modalità e di tempi. Domenica ci sarà un faccia a faccia tra i due, ma da Berlino fanno sapere che il cancelliere non ritiene necessario un intervento immediato.



Tutto questo provoca solo incertezza sui mercati e allontana la voglia di rischio. I mercati hanno compreso che la portata della crisi cominciata di fatto nel 2008 è di storica, molto grave. Per la prima volta in questi giorni sia gli inglesi, sia il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ammettono che ci si trova di fronte alla crisi economica più grave che sia avvenuta. Gli stessi interventi per risolverla, al momento, si sono rivelati inadeguati. Pur con questi giudizi poco incoraggianti, i mercati non sono stati fermi, ma hanno vissuto queste ultime settimane in parte di suggestioni (il famoso piano da tremila miliardi di euro) in parte di provvedimenti tampone come nuove iniezioni di liquidità (operazione fatta dalla Fed circa venti giorni fa) oppure da piani, magari più modesti, ma sempre orientati a garantire la solidità delle banche.



È da un paio di giorni che i mercati infatti  attendono una notizia certa sulle banche europee. La prova sta nel fatto che quando Ben Bernanke ha parlato dall’America di un piano di rifinanziamento delle banche europee, è scattato immediatamente un trend rialzista.

La stessa cosa è avvenuta quando questo piano di rifinanziamento è stato ripetuto dal presidente Josè Barroso e dal commissario Oli Renh Oggi la Borsa è ferma al palo, in posizione contrastata, proprio perché su questo piano c’è un confronto tra Sarkozy e la Merkel. Oltreoceano, intanto, Wall Street comincia la seduta in lieve rialzo.

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