Più che la cronaca di una mezza giornata di Borsa, il primo novembre, Festa di Ognissanti, è una sorta di “bollettino di guerra” per tutti i mercati. Piazza Affari sta perdendo, al cosiddetto giro di boa, il 6,4%. Il Ftse Mib ha bruciato in mezza giornata di contrattazioni 1.200 punti ed è sceso sotto la famosa soglia psicologica dei 15.000 punti. Ma il panorama è devastante in tutte le piazze europee. Lo spread del decennale Btp italiano rispetto al Bund tedesco è schizzato sopra i 450 punti. Il Dax di Francoforte sta perdendo oltre il 4,6% percento e il Cac 40 francese lo sta raggiungendo nel valore negativo, perché è sotto del 4,7%. I listini delle banche fanno letteralmente paura, con sospensioni per eccesso di ribasso, come ad esempio Intesa San Paolo, che ha raggiunto in mattinata il -14%. Le notizie che arrivano al momento dall’altra parte dell’Atlantico sono altrettanto pessime. Wall Street è partita in pesante negativo sia per quanto riguarda i titoli del Dow Jones sia per quelli del Nasdaq.
Se c’è ancora qualcuno che pensa che la crisi sia circoscritta è meglio che si compri dei buoni occhiali. La notte di Halloween ha manifestato la migliore chiarezza sul persistere della globalità della crisi. La “bomba” sui mercati è arrivata ieri sera, quando il premier greco Giorgio Papandreou ha deciso di indire un referendum per sapere se il popolo greco intende accettare i tagli e le misure draconiane che l’Unione europea ha imposto per salvare la Grecia dal default. Forse questa “bomba” è una sveglia al duo Merkel-Sarkozy, i leader di fatto di questa Europa, di questa Eurozona, che fa acqua da tutte le parti. La leadership di fatto dell’Europa, con le sue incertezze, i suoi rinvii, i suoi litigi, i suoi “dettagli”, la sua vaghezza nelle misure di risanamento è andata a sbattere contro la realtà dei mercati e la risposta, al momento, è di una durezza incredibile.
Per vedere una simile situazione occorre ritornare ai giorni neri di agosto, bisognava far ritornare l’orologio indietro, quando si parlava del fantasma del default per il sistema finanziario. È da due mesi che si sta parlando del rafforzamento del Fondo salva-Stati e della sua funzione. È da due mesi che si sta parlando della ricapitalizzazione delle banche.
Ma è da ben un anno e mezzo che si conosce la situazione della Grecia e, di fatto, sotto la strategia di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy, attenti soprattutto a salvare le loro banche, alla fine non si è tenuto nemmeno conto che da un mese la Grecia è bloccata, tra agitazioni e scioperi, in attesa di una decisione. La giornata di oggi può significare la bancarotta di Atene, ma anche la bancarotta politico-economica dell’Europa franco-tedesca.