Da un lato ci sono i risultati di una giornata sui mercati tutta da dimenticare. Dall’altro c’è il caos generale, che riguarda l’Europa, la Grecia, l’Italia e probabilmente coinvolgerà presto altri governi, in previsione di un G20, da giovedì a Cannes, che si preannuncia drammatico. Cominciamo con i risultati di questa giornata. I mercati europei sono in caduta libera. Lo si è capito dalla prima mattinata, lo si è visto nel corso della giornata e lo si è registrato alla chiusura. Piazza Affari ha perso da ieri 1090 punti, con un Ftse Mib che lascia sul campo il 6,87% attestandosi sotto la quota psicologica dei 15mila punti. Lo spread tra il Btp e il Bund ha sfondato i 450 punti. Il Dax di Francoforte perde il 5% e il Cac 40 francese va in rosso del 5,38%. Dall’altra parte dell’Atlantico, a Wall Street, dopo un buon ottobre, c’è stato un ritorno alla realtà: Nasdaq e Dow Jones sono in profondo rosso. Se si va a guardare i comparti di piazza Affari ci si rende conto che le banche escono provatissime, con Intesa San Paolo, Unicredit, Mps che perdono tutte più di dieci punti in percentuale. Questi risultati fotografano la risposta dei mercati ai cosiddetti “dettagli” del summit europeo, rinviato, posposto, aggiornato, di settimana scorsa e che, in un primo momento, aveva permesso alle Borse di andare a un mini-rally.
Ora veniamo al caos. È arrivata la “bomba greca”, cioè la mossa del premier Giorgio Papandreou di sottoporre a referendum i sacrifici imposti per evitare la bancarotta e l’uscita dall’euro, che ha travolto i mercati e spiazzato tutta la fragile impalcatura, ancora non chiara, dei due leader europei Angela Merkel e Nicolas Sarkozy che, da un default greco vedrebbero le loro banche in grave difficoltà. In questo momento il governo greco sta facendo un “meeting” d’emergenza, mentre dall’Europa tutti parlano, da Sarkozy, a Barroso, a Junker per sollecitare la Grecia ad accettare il piano della Comunità. Domani è previsto un meeting di emergenza tra Grecia, Ue e Fmi.
Naturalmente in questa generale confusione, c’è la particolare e più accentuata confusione italiana. Nel pomeriggio sono arrivate indiscrezioni di una telefonata tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il leader dell’opposizione Pierluigi Bersani. Da qui per induzioni più che per deduzioni, si è cominciato a palare di un nuovo governo italiano, che addirittura dovrebbe partecipare al G20 di giovedì’. Altri invece parlano di un possibile “incidente tecnico” il 7 novembre in Parlamento che porterebbe alla formazione di un governo tecnico o di emergenza.
Si fanno già i nomi dei possibili presidenti del Consiglio: Mario Monti o Giuliano Amato. Orizzontarsi in un simile caos è veramente problematico. Ma dal caos qualcosa di logico viene a galla: i ritardi dell’Europa, l’insufficienza delle riforme strutturali, lo scollamento di una Unione che sta mostrando tutti i suoi limiti.