Sembra ormai passato di moda parlarne; ma lo spread, benché Monti sia ormai da due mesi al governo, non accenna a dare segnali di tregua. Il motivo stesso per cui la compagine governativa guidata dal professore della Bocconi si è insediata in seguito alle dimissioni del precedente governo non sembra trovare riscontri nella realtà. Ieri, infatti, il differenziale tra i Btp decennali e gli omologhi Bund tedeschi ha fatto tremare gli investitori, sfondando quota 512 punti, dai 499 di giovedì, per poi chiudere a 503. Una dinamica che in poco tempo ha bruciato i benefici effetti dell’asta della Bce, con dei rendimenti che hanno oltrepassato la soglia psicologica del 7%, arrivando al 7,021% per poi assestarsi sul 6,98%. Dal canto suo Piazza Affari chiude con un leggere rialzo; il più leggero tra le piazza europee, a dire il vero, attestandosi l’Fse Mib a +0,31% e 15.073 punti. Ad essere penalizzato, in particolare, è stato il comparto bancario, dove gli effetti dell’asta sembrano già essere stati archiviati. Non vanno bene, in particolare, Ubi (-2,67%), Intesa Sanpaolo (-2,17%), Mps (-0,77%).
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, interpellato da Il Sole 24 Ore, si dice, invece, convinto del fatto che gli spread siano rimasti decisamente sotto i livelli massimi e che se non ci fosse stata la manovra, probabilmente la situazione sarebbe stata ancora peggiore. Secondo Visco, quantomeno, si è invertito il trend rialzista; resta il problema della volatilità dei mercati, dove è facile perdere in poco tempo la fiducia, per poi riuscire a riottenerla solo in seguito a grandi sforzi, e in molto tempo. In ogni caso, secondo lui, il nostro Paese, la sua parte, l’ha fatta. Ora servirà solamente del tempo per riacquistare la fiducia dei mercati. Dirigendosi verso una maggiore integrazione europea e proseguendo verso quel cammino di riforme intrapreso. Le banche italiane, invece – ha fatto – spere – sono solide, godono di liquidità, dopo l’intervento della Bce e, soprattutto, inseguito a tale intervento, torneranno a prestare denaro a imprese e famiglie.
Il governatore, ha sostenuto anche che la priorità, oggi, consista nell’agevolare l’entrata dei giovani del mercato del lavoro. Nella consapevolezza del fatto che ad essere tutelato non potrà più essere il posto di lavoro, ma il lavoratore.