E’ stata un successo l’asta dei Bot semestrali di questa mattina. Il Tesoro, infatti, è riuscito a collocare tutti i nove miliardi di titolo di Stato che aveva da offrire. Ma la notizia più positiva è quella relativa ai rendimenti. Il tasso di rendimento medio, infatti, è crollato al 3,251% dal 6,504% di fine novembre. Un record. Il che significa che, sulla vendita di questi titoli, lo Stato non sarà costretto a indebitarsi in maniera non sostenibile per riuscire a pagarne gli interessi. In particolare, i Bot a sei mesi sono stati assegnati al prezzo di 98,409 euro. La Banca d’Italia fa sapere che la domanda è stata ottima,pari a 15,215 miliardi. Nel dettaglio, inoltre, sono stati assegnati Ctz a due anni per 1,733 mld, il cui rendimento è crollato al 4,853% dal 7,814% dell’asta precedente. Lo spread nel frattempo è tornato sotto i 490 punti base, dopo che nei giorni scorsi si ostinava a non scendere sotto la soglia psicologica dei 500. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 6,75%, dopo che di recente aveva sfondato quota 7% (altra pericolosa soglia psicologica) mentre il tasso di quelli a 2 anni è al 4,92% e quello dei quinquennali al 5,99%. Respirano, di conseguenza, tutte le borse europee.
L’ Ftse Mib di Piazza Affari guadagna lo 0.5% a 14998.36 punti, mentre l’All Share sale dello 0,60% a 15769.2 punti. Rinvigorite dal calo dello spread, viaggiano Intesa Sanpaolo (+2,8%), Mps e Bpm (+ 2,7%) e Unicredit(+0,7%). Bene anche Parigi (+0,52%) e Londra (+0,48%) mentre stenta a decollare Francoforte (–,41%).Restano, tuttavia, una serie di segnali scoraggianti. I particolare, le notizie positive provenienti dall’Italia non hanno calmierato le tensioni in ambito europeo. I depositi “overnight” presso la Banca centrale europea hanno raggiunto il record assoluto. Sono 452,034 i miliardi depositati presso lo sportello ufficiale della Bce, il che ha fatto registrare un aumento del 9,8% rispetto ai 411,813 miliardi di lunedì. Significa che gli istituti di credito preferiscono i tassi estremamente risicati dell’istituzione europea (0,25%) che quelli delle altre banche, ben più vantaggiosi.
Il che significa che non si fidano gli uni degli altri. Lo ha comunicato la stessa Bce, sottolineando come i prestiti domandati dagli istituti di credito sono saliti a 6,225 miliardi rispetto ai 6,131 miliardi precedenti.