Dopo la manovra che ha l’obiettivo di garantire l’azzeramento del deficit pubblico, il Governo presieduto da Mario Monti non sembra intenzionato a fermarsi alla predisposizione della cosiddetta “fase due” che dovrebbe cercare di favorire lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Pare stia studiando, infatti, il modo per cercare di abbattere una grossa fetta di debito pubblico. Effettivamente quest’ultimo è il vero tallone d’Achille dei conti pubblici italiani e un intervento in tempi brevi è più che raccomandabile. Infatti, la manovra approvata avrà effetti recessivi e porterà a una diminuzione del Pil. Ne consegue che pur virtuosa nella ricerca del pareggio di bilancio, l’Italia potrebbe trovarsi a breve con un rapporto debito/Pil in crescita. L’idea di Monti sarebbe quella di costituire un fondo taglia-debito, cosa che aveva già iniziato a studiare Giulio Tremonti, attraverso la costituzione di un fondo in cui far confluire gli immobili dello Stato, in modo che fossero valorizzati e ceduti e il ricavato utilizzato esclusivamente per far diminuire il debito pubblico italiano.
Va detto che oltre agli immobili lo Stato potrebbe anche mettere sul piatto le sue partecipazioni nelle aziende pubbliche, le quali però in alcuni casi garantiscono ritorni di cassa attraverso la distribuzione di dividendi al Tesoro. Tuttavia esistono anche molte aziende municipalizzate che potrebbero essere messe sul mercato. Senza dimenticare che immobili e partecipazioni potrebbero anche essere solo fatti confluire in un fondo e utilizzati come garanzia per l’emissione di obbligazioni con cui cercare di sostenere gli acquisti di titoli di stato, facendo in questo modo scendere il loro rendimento e il relativo spread con i titoli di stato tedeschi. Anche perché il 2012 sarà un anno molto ricco di emissioni di bond governativi, oltre che bancari, non solo in Italia. Ci sarà quindi una forte concorrenza sui mercati obbligazionari. Tagliare il debito e rinunciare così alle aste dei titoli di stato in un momento così difficile sui mercati potrebbero essere una soluzione, così come assicurare il loro acquisto mediante un fondo garantito dai beni dello Stato.
Per ora si tratta solo di svariate ipotesi e possibilità. La speranza di molti italiani è che si possano concretizzare in una riduzione di quella mole che sembra penalizzare l’Italia sui mercati, in modo che i sacrifici che si stanno facendo possano essere utili e non richiedano continue manovre “lacrime e sangue” ogni anno. Di certo queste misure non potranno poi sostituirsi a quelle per stimolare la crescita e lo sviluppo dell’economia. Avere i conti in ordine, ma non essere più capaci di creare valore e ricchezza è un altro incubo da allontanare.