C’era una volta un cittadino americano, John Doe, che mentre faceva trekking in una foresta gettò a terra la sua sigaretta, quasi finita,ma ancora accesa. John non aveva né lavoro, né soldi; il trekking e il fumo erano le sue uniche occupazioni. Comprava le sigarette a credito, perché da un po’ di tempo il loro prezzo continuava ad aumentare, raddoppiando da una settimana all’altra. Quando arrivava a metà pacchetto, John lo restituiva a chi gli aveva fatto credito (le sigarette rimaste valevano il doppio ed erano sufficienti per rimborsare il debito) e si indebitava per comprare un nuovo pacchetto. Quella settimana, per la prima volta, il prezzo delle sigarette scese e John Doe capì che il gioco era finito. Decise di smettere di fumare, ma si concesse un’ultima sigaretta (proprio quella da cui è iniziata la nostra storia).
L’arbusto dove era caduta la sigaretta prese fuoco, solo qualche piccola fiamma, nulla di più. Siccome però la foresta in precedenza era stata cosparsa di liquido altamente infiammabile, e siccome gli alberi erano strettamente interconnessi, cioè i rami erano allacciati gli uni agli altri, l’incendio divampò rapidamente. Qualcuno preoccupato dalle fiamme chiamò i pompieri, che però stranamente si rifiutarono di intervenire. Sostenevano che la foresta era molto efficiente e in grado di autocorreggersi e che l’incendio si sarebbe spento da solo; anzi, ogni intervento esterno avrebbe peggiorato le cose impedendo alle libere forze della foresta di raggiungere il proprio equilibrio.
L’incendio però non si autospegneva, ma anzi continuava ad aumentare di intensità e stava ormai divorando l’intera foresta. Allora i pompieri decisero di intervenire (anche, se, dato il ritardo, adesso era ben più difficile domare le fiamme; dovettero radunare un maggior numero di uomini e spendere un sacco di soldi in pompe, camion, divise, caschi e protezioni varie).
Quando però arrivarono sul posto, furono fermati da una folla inferocita e anche da parecchi politici e alcuni professori universitari: “Non dovete intervenire! Sarebbe troppo comodo rimediare agli errori di chi ha sbagliato. Chi ha gettato la sigaretta deve pagare. Se fermerete l’incendio ora, domani tutti si metteranno a buttare sigarette accese provocando altri incendi” (i professori universitari usarono una lavagna per spiegare lo stesso concetto in modo un po’ più complicato, ma molto elegante e raffinato, illustrando ai pompieri perplessi e alla folla affascinata la “teoria del moral hazard”).
Alla fine, i pompieri risposero che se non fossero intervenuti subito, in futuro non ci sarebbe stato più nessun incendio da spegnere perché non ci sarebbe stata più nessuna foresta da salvare. Si fecero largo tra la folla e iniziarono a lottare contro le fiamme. Stanno ancora lottando…
Personaggi e interpreti (in ordine di apparizione)
John Doe è un contraente di mutui ipotecari ad alto rischio (subprime), del tutto privo di capacità di credito.
La foresta è il mercato, è il sistema finanziario mondiale.
Le sigarette comprate a credito sono le case.
L’ aumento del prezzo delle sigarette è la bolla immobiliare.
Gli arbusti e gli alberi sono le banche e gli operatori del sistema finanziario (banche specializzate in mutui subprime, banche tradizionali, banche di investimento, hedge funds, veicoli emittenti di titoli garantiti da subprime, società assicurative).
Il liquido infiammabile è l’elevato grado di indebitamento delle istituzioni finanziarie che le rende finanziariamente molto fragil. Liquido infiammabile è anche la deregulation che consapevolmente ha evitato di frenare l’incremento della leva finanziaria (in realtà, di liquidi infiammabili ne erano stati sparsi tanti e di diverso tipo).
Le interconnessioni tra i rami degli alberi sono i rapporti di debito-credito che collegavano le istituzioni finanziarie tra loro e che quindi operavano nel senso di trasmettere ai creditori le difficoltà di rimborso dei debitori (effetto contagio).
I pompieri sono gli organismi di vigilanza e i governi.
I politici sono i politici.
I professori universitari sono i professori universitari.